Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2010 alle ore 20:29.
Il futurismo sbarca in Cina. Il Paese che corre più veloce: nei cambiamenti, nella crescita, nelle trasformazioni. La terra dove si galoppa a briglie sciolte, lanciata come un razzo verso il futuro. C'è da credere che i protagonisti dell'avanguardia capitanata da Filippo Tommaso Marinetti si riterrebbero più che soddisfatti di quest'ultimo approdo.
Per gli strani incroci del destino, ad un secolo dal primo manifesto, la Cina dei nostri giorni sembra assecondare alcuni dei loro più frenetici sogni. La passione per « le grandi folle agitate dal lavoro», per «il vibrante fervore notturno dei cantieri» e per «le officine appese alle nuvole pei fili contorti del loro fumo» sarebbe ampiamente appagata se i futuristi potessero farsi un giro nei distretti industriali del Celeste Impero.
Fino al 6 marzo
E a proposito di dichiarazioni d'intenti, proprio i più importanti manifesti della corrente artistica costituiscono il cuore della mostra in calendario, fino 6 marzo 2011, al Guangdong Museum of Art di Canton. Una scelta funzionale all'obiettivo della rassegna, quello di evidenziare l'essenza del futurismo come prima avanguardia globale. Ovvero in grado di espandersi e di far penetrare le proprie idee nell'arte, nella poesia, nel cinema, nel teatro, nella moda, nella letteratura, nella grafica pubblicitaria, nella fotografia. I manifesti, dunque, come chiave di lettura di un movimento che voleva ricostruire, attraverso le proprie istanze, l'intero mondo che gli stava attorno.
Le firme prestigiose
Le opere esposte portano firme prestigiosissime, come quelle di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Fortunato Depero. Alcune delle stelle più brillanti, insomma, dell'avanguardia preconizzata da Marinetti nel 1909 perché, se è vero che il futurismo ambiva a contaminare tutti i campi della cultura, nei fatti gli esiti più alti li raggiunse soprattutto con la pittura, la scultura e, più in generale, le arti visive.
Gli autori
La mostra «A+B+C/F=Futurismo» offre una buona panoramica sugli approdi del movimento. Dalle sculture di Mino Rosso, Thayhat e Bertelli alle aereofotografie di Masoero e le fotografie di Castagneri, Guarnieri, Caminada e Alfieri. Dai manifesti pubblicitari di Depero, Mastroianni, Carboni, Ratalanga, Di Lazzaro, Marinetti e Djulgheroff, ai «progetti della città nuova» di Antonio Sant'Elia, fino ai rari esempi di editoria con il libro di Bot «la flora Futurista» e con l' «Anguria lirica» di Tullio d'Albissola.