Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2010 alle ore 08:22.
La telefonata di una vecchia compagna di liceo, che si rifà viva dopo quarant'anni di silenzio, innesca, nel protagonista dell'ultimo romanzo di Franco Cordelli, ricordi del passato e riflessioni sul presente. Valeria (questo il nome della donna) lo chiama per chiedergli notizie di un comune amico di quella lontana stagione, Azio. Valeria vuole informarlo che è morta Donata, la ragazza più bella e affascinante della classe, la ragazza che Azio aveva a lungo corteggiato. Donata, che nel corso degli anni aveva continuato a frequentare Valeria come una delle sue migliori amiche, le aveva confessato, poco prima di morire, il desiderio di rivederlo. Ma è per questo che Valeria si è attivata? Oppure è per qualche altro inconfessabile motivo? L'animo femminile – pare voler affermare Cordelli – è complicato.
Sono complicate un po' tutte le donne del protagonista: la sfuggente Fumiko, cantante lirica di origini giapponesi; Rita, che, dopo il tempo della scuola, egli ha incontrato dopo il superamento della quarantina, per poi negarsi a lei come essa lo aveva deluso nell'adolescenza; Caterina, che si è suicidata molti anni prima apparentemente senza un perché; Elvira, iperbolica e ossessiva, che, offrendogli il proprio amore, non accetta di non essere amata a sua volta.
Ma forse il personaggio più complicato è proprio il protagonista, che ha modo di scandagliare se stesso e il proprio vissuto, a partire da due nuovi incontri con Azio. Azio ha lasciato l'Italia per trasferirsi in Indonesia. Insieme con le abitudini, ha cambiato anche il nome: ora è Aki. In due incontri successivi i due vecchi amici riallacciano i rapporti. L'io-narrante è «un figlio, un celibe, un uomo che non si è mai sposato, che non ha mai convissuto, che non ha avuto discendenza, non l'ha voluta, che fermamente si è attestato sulle posizioni della sua giovinezza». Aki, invece, è «un uomo che è diventato padre, che crede nella sua paternità». Nonostante la diversità, la loro amicizia si riattiva da subito, senza traumi. E diventa fecondo tema narrativo.
Cordelli ha scritto un romanzo in cui la pluralità dei motivi non appare sempre amalgamata. L'andamento digressivo della narrazione risulta ondivago. Nell'ultima parte del libro trovano ospitalità alcune pagine sul filosofo Eugenio Colorni e sullo scrittore Guido Piovene. Pagine forti, che però poco si legano al resto della vicenda.