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Cultura-Domenica Arte

Gli ori antichi della Romania per la prima volta in Italia

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 09:53.

La nostra civiltà vive di pregiudizi, un po' per colpa dei media un po' per colpa della superficiale conoscenza degli uni verso gli altri. I romeni, ad esempio,rappresentano la comunità straniera più numerosa in Italia e in quanto tale sono spesso il capro espiatorio di calunnie infondate. La diffusione della conoscenza della cultura di un popolo può aiutare a eliminare i pregiudizi.

La Dacia
La mostra «Ori antichi della Romania. Prima e dopo Traiano», allestita ai Mercati di Traiano di Roma fino al 3 aprile, oltre al suo alto valore artistico ha un profondo valore civile. «Porta con sé anche un importante messaggio politico e diplomatico - aggiunge il sottosegretario di stato del ministero degli Affari Esteri della Romania Bogdan Aurescu - per l'impero romano la Dacia (oggi Romania ndr) era considerata una sorta di territorio dell'area Schengen».

140 oggetti in oro
Al primo piano dei mercati traianei si sviluppa la mostra composta da circa 140 oggetti, per lo più in oro, provenienti in gran parte dal Museo Nazionale di Storia di Bucarest. La location non è stata scelta a caso, la colonna dell'imperatore Traiano, innalzata a Roma dopo la conquista della Dacia nel II secolo d.C, suggella infatti l'atto di nascita scolpito nella pietra del popolo romeno. Il viaggio tra oggetti regali e aristocratici provenienti dai Carpazi e dal basso Danubio copre un arco di tempo di seimilacinquecento anni, dal XVII secolo a. C. al VI secolo d. C., dall'età del Bronzo al tardo impero romano.

La collana di Hinova
Ci si imbatte nel più antico tesoro protostorico della Romania formato tra l'altro da diademi, decorazioni per cavalli, oggetti incisi con una serie di motivi zoomorfi, floreali e geometrici, e dalla bellissima collana di Hinova. E ancora coppe, bracciali, elmi, pendenti, monete. L'oro primeggia nelle bacheche, la Dacia era ricca di miniere, ma era il sale ad avere la meglio, e proprio il sale veniva barattato con l'argento, metallo utilizzato per manufatti rivolti all'aristocrazia. L'oro rappresentava i regali.

Dodici bracciali
D'incanto si palesa la più importante scoperta archeologica avvenuta dopo il 1837: il tesoro di Sarmizegetusa (l'ultima capitale della Dacia), rinvenuto tra il 1999 e il 2001. È costituito da dodici bracciali spiraliformi, decorati con teste di dragoni alati e palmette per undici chilogrammi d'oro. La caratteristica è la tecnica di lavorazione: a differenza dei gioielli del tardo ellenismo e di quelli romani repubblicani, realizzati con sottili foglie d'oro, i bracciali daci sono particolarmente massicci e lavorati a martellatura, quasi fossero di ferro. Qui sono esposti solo quattro esempi.

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Tags Correlati: Arte | Bogdan Aurescu | Bucarest | Carpazi | Daci | Geti | Ministero degli affari Esteri | Roma | Traiano

 

Il tesoro di Pietroasa
Nel 1837 invece fu portato alla luce da un gruppo di contadini, a circa un centinaio di chilometri da Bucarest, un altro tesoro, quello di Pietroasa del V secolo d.C, quando la Dacia era ormai diventata da tempo provincia romana. Sono esposte due fibule che suggeriscono la silhouette stilizzata di due aquile, sono le fibule più grandi al mondo, forse realizzate per la casa reale ostrogota o visigota. Insomma l'arte romena si mostra nel suo lucente splendore, ma a illuminarci ancor di più è una frase di Erodoto sui Geti, quella parte di popolazione dell'antica Romania che viveva all'esterno dei Carpazi (i Daci erano coloro che vivevano all'interno): «Sono i più onesti e i più coraggiosi dei traci».

Ori antichi della Romania. Prima e dopo Traiano
Mercati di Traiano, Roma
Fino al 3 aprile
www.mercatiditraiano.it

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