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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 16:28.
A Natale siamo tutti più buoni e "The Good Wife", impersonata da Julianna Margulies, merita sicuramente il Golden Globe (il 16 gennaio il verdetto) per come la serie (Rai 2) sa riassumere lo spirito dei tempi e per come l'attrice protagonista sa recitarne le sfumature e le passioni. Ma il più buono di tutti – e non si tratta del potere dei più buoni, come da gaberiana denuncia – era ed è Charles, cioè Scott Baio, di "Baby Sitter". Fox Retro, canale che già merita un plauso perché trasformare l'antico in culto contemporaneo o in tendenza dà soddisfazione quasi quanto indossare un vecchio giaccone tornato improvvisamente ultima moda, ritrasmette "Baby Sitter" tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 17 e 30. Regalo ottimo per i trenta-quarantenni. Se poi aggiungete che il lunedì sera, stessa rete, c'è anche il tenente Colombo, allora l'applauso si trasforma in standing ovation.
Scott Baio vale una menzione per diverse ragioni. La prima è che era già un idolo di casa grazie a "Happy Days", e scusate se è poco. "Baby Sitter", inoltre, mette in scena in una stanza, grazie soltanto a una porta che si apre e si chiude e lascia entrare i protagonisti, la storia felice del bravo ragazzo che è anche un gran figo. Insomma, è la declinazione americana e moderna del bello e buono di greco-antica memoria. Si svolge tutto in una casa, ti porta in casa l'America e i suoi valori, vorresti sicuramente avere quel ragazzo alla pari in giro per casa tua, a prendersi cura dei tuoi ragazzi. E' la versione meno corale di "Casa Keaton" con Michael J. Fox, ma è anche un antesignano di serie tv a scena fissa, o quasi, su un salotto, come in fondo è anche "Friends". La serie ha avuto una prima parte con una famiglia (1984-85) e una seconda con un'altra (1987-90), più di successo, ma il filo del sorriso di Scott Baio, saggio ma vincente, tiene assieme i 126 episodi, come il rapporto di complice conflittualità tra Charles, il perfetto, e l'amico oco Buddy, l'imperfetto a caccia di ragazze. Infine la splendida Gwendolyn Pierce: "Ho accettato di venire qui perché mi sembravi un ragazzo serio". E Charles: "Per favore non dirmi che sono serio, tutti dicono che sono serio". Come Vic ne "Il tempo delle mele", cioè Sophie Marceau, ovvero diventare grandi divertendosi e liberandosi del complesso del bravo ragazzo. Gran bella compagnia.