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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2010 alle ore 06:40.
Anche su internet la cultura può essere pop o di nicchia. I blogger si incontrano online, si taggano e si ritwittano, e così creano il dibattito. Quanto più sei «linkato», tanto più fai parte del salotto. La differenza, con i «salotti» di una volta, è che per entrarci non devi per forza essere un intellettuale, basta avere un certo numero di seguaci. Ma quale cultura si afferma sul web? Cosa vuol dire fare cultura su internet?
Tra i dieci blog culturali più frequentati del 2010 c'è un po' di tutto. Certi svolgono il ruolo che un tempo era riservato ai librai. Altri quello delle videoteche, dove era possibile ricevere consigli, prima di noleggiare un film. «Come in una gelateria multigusto – afferma Roberto Recchioni, fondatore di Dalla parte di Asso Merrill –, ciascuno sceglie in base alle sue preferenze». Il blog dello sceneggiatore romano a dicembre è entrato nella top ten della classifica Wikio dedicata alla cultura: qui non conta la quantità di accessi, ma il numero di link in ingresso e in uscita e la diffusione dei post su Facebook o Twitter. Si possono avere 25mila contatti al giorno o anche solo un migliaio, ma l'importante è generare dibattito, essere condivisi.
In testa alla classifica si confermano Cineblog e Booksblog. «Hanno un impatto più vasto degli altri blog autoriali. Dietro c'è un lavoro di redazione, fatto da cinque o sei giornalisti ed esperti per ciascun sito. Il lavoro è sistematico e le fonti internazionali», spiega Francesco Magnocavallo, direttore di Blogo, società editoriale indipendente a cui fanno capo anche Soundsblog e Designerblog (sempre nella top ten settoriale di Wikio, al nono e decimo posto). «Cineblog non si occupa di cinema d'autore, ma semmai di "cinema da edicola"», precisa il direttore, sottolineando le differenze rispetto ad altri cineblogger e cinefili che online «intercettano le nicchie, ma non il pubblico di massa». Qui, per intenderci, i post più letti dell'anno sono «I mille libri che devi leggere prima di morire», «Ebook gratis in italiano», «I migliori film del 2008», oppure «I 15 migliori film d'azione di tutti i tempi».
La legge dei click è simile a quella delle copie vendute: per fare i grandi numeri bisogna puntare sul pubblico generalista, proporre una cultura di servizio, divulgativa, adatta a tutti. Su Wikio, però, non contano solo gli accessi e, di fianco alle testate del circuito Blogo, si posizionano realtà indipendenti più piccole, come Finzioni magazine (terzo posto), Nazione Indiana (quarto), Fumettologicamente (sesto), Think Big Chief (settimo) e Dalla Parte di Asso Merrill (ottavo). Sono blog autoriali o professionali, dove conta soprattutto la firma, l'essere originali, provocare, crearsi una reputazione e magari ogni tanto lanciare un dibattito che attraversi il web a ritmo di «hashtag» e parole chiave. «In meno di due anni – afferma Carlo Zuffa, uno dei due romagnoli che nel marzo 2009 hanno dato vita a Finzioni magazine – abbiamo raggiunto realtà affermate, come il blog di Loredana Lipperini che fa parte del gruppo Espresso. Abbiamo una trentina di collaboratori ed entra chi porta un'idea, una rubrica originale». È nata così «West cost tale», la rubrica che racconta quello che succede nel mondo della letteratura e delle librerie californiane, direttamente da Los Angeles, oppure quella di attualità e approfondimento che in pochi mesi ha fatto schizzare il numero di accessi. Il resto è affidato a Facebook e Twitter, dove il team di Finzioni cerca quotidianamente di stimolare la discussione. Come se la sottoscrizione di un manifesto culturale, la nascita di una corrente letteraria si misurassero attraverso il numero degli «I like» su Facebook. Una moda diventa tendenza quando ottiene un certo numero di «tweet» correlati.