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Cultura-Domenica Arte

Antonio Canova brilla ad Antiquité rêvé: il gusto per l'arte classica in 150 opere

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2011 alle ore 14:54.

La mostra «Antiquité rêvée» che propone il museo del Louvre è divisa in tre sezioni ed esplica in maniera oltremodo esaustiva tutte le fasi che interessano il periodo storico che conduce alla fine del XVIII secolo: Il gusto per l'arte classica che esplora gli anni che vanno dal 1730 al 1770; La Resistenza 1760-1780; il Neoclassicismo 1760-1780.

In mostra 150 opere
L'esposizione si compone di circa 150 opere (impossibile citare tutti gli artisti che sono presenti) alcune delle quali provenienti dalle collezioni private; con grande risalto per i capolavori italiani, soprattutto di Antonio Canova del quale è possibile ammirare la statua «Psiche» del 1789. La resistenza con le sue controcorrenti del neo barocco; del neomanierismo del gotico o del sublime, per arrivare al Neoclassicismo.

Il ritorno all'antico
Ed è proprio quest'ultimo che si sviluppa sull'onda dell'entusiasmo suscitato dalle grandi scoperte archeologiche di Roma; Ercolano e Pompei promosse da Carlo III di Borbone. Questo ritorno all'antico sognato investì tutte le arti figurative oltre ad influenzare il costume e la moda del tempo. Il concetto di bello ideale diviene una corrente universale, come aveva formulato nel suo trattato sulla teoria estetica del neoclassicismo il filosofo tedesco Joachim Winckelmann. Da Roma a Parigi, da Edimburgo a Stoccolma passando per San Pietroburgo; tutte le città sono attraversate da questo sentimento di trasporto per i valori eroici, dell'apologia della virtù; idee «dell'anima elevata» riprese dai capolavori dell'arte antica rappresentati principalmente dalle statue.

La pittura di David
L'esempio artistico del neoclassicismo nell'architettura si incentrò sui modelli greci e romani dei quali si intendeva riprodurre la bellezza essenziale e la profonda armonia delle forme.
Il maggior rappresentante nella pittura fu Jacques-Louis David. Il suo dipinto «Il Giuramento degli Orazi» è di fatto considerato il quadro neoclassico per antonomasia.
L'opera incarna lo stile del tempo grazie alla costruzione della scena e per come le figure sono distribuite nello spazio, ma la caratteristica fondamentale che aveva introdotto l'artista era il modo in cui ritraeva proprio i personaggi: ossia come delle statue, stendendo il colore in maniera uniforme in modo tale da concedere alle figure una profonda consistenza ed una perfezione formale. Altro dipinto dalle dimensioni a dir poco monumentali (3,30x4,25 m) è «Le Serment des Horaces» 1785. Come sempre nelle opere di questo pittore il numero dei personaggi inseriti nel quadro appare essenziale. La disposizione delle figure e delle tre arcate delinea lo spazio il volume ed il colore della scena. L'artista inoltre interpretava la virtù civile e l'impegno morale che animavano la borghesia francese sua committente.

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Tags Correlati: Carlo III di Borbone | Christophe Leribault | Claude-Nicolas Ledoux | Eni | Francia | Henry Blundell | Jacques-Louis David | Jean-Jacques Lequeu | Joachim Winckelmann | Roma | Thomas Lawrence

 

La Psiche abbandonata
Altro esempio della profonda maestria di questo artista è data dal dipinto «Psiche abbandonata», riscoperto nel 1991. Della sua esistenza si era a conoscenza mediante alcune recensioni sul dipinto fatte dallo stesso David. Il soggetto riguarda Psiche sconvolta dall'abbandono del suo amore Cupido. Lo sguardo di Psiche si rivolge direttamente allo spettatore come se lei stesse guardando negli occhi Amore. Il dipinto è considerato una sorta di studio accademico (nell'accezione dell'anatomia e dell'espressione) e la scelta della gamma cromatica esaspera il dualismo fra la materia e l'anima inquieta della protagonista e tutta la plasticità del corpo sono votate ad esprimere il dolore per l'abbandono.

... e quella di Canova
Per analogia il quadro è posto vicino alla scultura di Antonio Canova «Psiche». Commissionata dal collezionista inglese Henry Blundell nel 1789 fu inviata a Londra nel 1793 ed esposta per un breve periodo nei musei inglesi. Canova sceglie di raffigurare Psiche che contempla la farfalla come se fosse una meditazione sulla sua anima. Per gli antichi, proprio questo insetto è scelto per rappresentare il simbolo dell'anima. Per questo motivo l'iconografia classica la ritraeva con ali di farfalla di cui è possibile vedere degli esempi nella pittura pompeiana. La forma della figura invita lo spettatore a girarle intorno.

Il principale scultore dell'epoca è Canova che formò il suo gusto grazie alla sua vicinanza con i grandi artisti veneti del '700, che furono dei veri maestri nel creare dei giochi di luce intensi e suggestivi nelle loro opere, attraverso soluzioni figurative di origine barocca. I gruppi di sculture a soggetto mitologico del maestro di Possagno riproponevano la ricerca della grazia. Ed è proprio grazie alla personale declinazione dell'arte veneta, che, secondo la critica, fece sì che Canova divenisse la personalità indiscussa del tempo.

Gli architetti
Fra gli architetti d'avanguardia sono presenti Etienne-Louis Boullée, Jean-Jacques Lequeu ma soprattutto Claude-Nicolas Ledoux precursore dell'architettura funzionale che intendeva perseguire le forme geometriche pure che si ispiravano ai templi dell'antica Grecia ed a quelli romani. Menzione a parte merita l'omaggio fatto dal Louvre a Edme Bouchardon, una figura di rinnovamento dell'arte francese del XIII secolo la cui scultura «L'Amour taillant son arc dans manue d'Hercule» del 1750 è uno dei capolavori indiscussi di questo periodo. Il museo ne propone una completa visone del soggetto, illustrando la scultura da nove punti di vista del soggetto. Amore è ricavato da un blocco di marmo che presenta della venature che animano la supeficie. Tutto il lavoro presenta un virtuosismo eccelso soprattutto in riferimento ai giochi di volume per ricavare i capelli e le ali.

Lo svizzero Fussli
Si continua ancora con Johann Heinrich Fussli, artista svizzero. Si formò come pittore in Italia, a Roma, dove rimase per circa otto anni subendo l'influenza dei manieristi fra cui il Tintoretto, e che assurse Michelangelo come ispirazione eccelsa per lo stile.
Fussli nutriva una profonda passione per i miti, le leggende e le poesie. Nei suoi dipinti appare come soggetto l'uomo e non la natura. Subiva il fascino dell'orrido e del terrificante. I suoi lavori erano avvolti da «un'atmosfera fluttuante del sogno» o dell'incubo, per meglio dire.

L'incubo
Ed è proprio «L'Incubo» il suo dipinto più famoso del quale esistono diverse versioni; conosciuto attraverso le stampe divenne soggetto di trattati psicoanalitici. Il titolo di questa pittura non fa riferimento ad alcuna fonte letteraria o iconografica facilmente identificabile. Gli ideali occulti si materializzano con la scelta dei colori; le nuances del nero dei grigi e dei bruni; lo spazio è imprecisato, irreale, popolato ed attraversato da entità misteriose o da esseri dalle fattezze possenti. L'espressione geniale della sua arte si rivela nel disegno. La linea delle figure fa da protagonista nelle sue sinuosità ed allungamenti.

La collaborazione dell'Eni
Di Thomas Lawrence è possibile ammirare l'opera «Satana e Belzebù».Questo artista inglese di talento precoce si fece conoscere per i suoi ritratti a pastello e fu l'erede di Reynolds al quale successe come pittore di corte. Questa esposizione è stata realizzata in collaborazione con l' Eni ed inserita nell'ambito della partnership siglata nel 2009 che vedrà l'azienda italiana impegnata con il Louvre fino al 2012. l'Eni definita «mécène principal» rinnova per la terza volta il suo impegno con il museo del Louvre dopo le grandi mostre intitolate «Mantegna» nel 2008 e «Tiziano, Tintoretto Veronese...Rivalità a Venezia» nel 2009 con lo scopo di far fluire l'arte fra Italia e Francia. Inoltre il Museo francese beneficia del Dai Nippon Printing Co.Ltd oltre a godere della partnership con media quali France 2, Le Figaro e France inter.

L' Antiquité rêvée
Innovations et résistances au XVIII° siècle
Louvre-Sala Napoléon
Fino al 14 febbraio 2011
Commissione Generale
Marc Fumaroli; Henri Loyrette
Commissione Scientifica
Guillaume Faroult; Christophe Leribault; Guilhem Scherf

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