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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2011 alle ore 18:42.
«Qui si fa l'Italia o si muore!»: la leggenda vuole che Giuseppe Garibaldi pronunciasse al generale Nino Bixio (durante la battaglia di Calatafimi del maggio 1860) quest'intimazione che oggi è diventata popolarmente la citazione simbolo dell'intero risorgimento.
Al di là della veridicità della battuta, Garibaldi stesso difficilmente poteva credere (nonostante il suo ottimismo e le sue speranze) che a meno di un anno di distanza, precisamente il 17 marzo del 1861, l'Unità d'Italia sarebbe stata annunciata.
Oggi, a 150 anni da quella data, il "bel paese" sta cercando di ritrovare un patriottismo degno di celebrare adeguatamente, con molteplici iniziative ed eventi culturali, un compleanno tanto importante.
Fra le proposte più interessanti troviamo quella della Cineteca di Bologna che ha scelto di raccontare i primi 150 anni della storia d'Italia con la rassegna «Da Garibaldi al ‘caimano'. Come il cinema ha raccontato l'Italia»: una retrospettiva imponente dei titoli che meglio hanno rappresentato il nostro paese sul grande schermo.
Nel corso di tutto il 2011 al Cinema Lumière verranno proiettate 80 pellicole divise in 8 sezioni, corrispondenti alle 8 fasi che l'Italia ha attraversato dal momento della sua unificazione a oggi.
Il primo periodo, dedicato al Risorgimento, è quello su cui gli organizzatori puntano maggiormente. Ad aprire questa sezione, e di conseguenza l'intera retrospettiva, uno dei più importanti capolavori del cinema italiano: «Senso» di Luchino Visconti (del quale sarà presentato anche «Il gattopardo» del 1963), con protagonista Alida Valli nei panni di Livia Serpieri, una contessa veneta che s'innamora follemente di un ufficiale viennese sullo sfondo della guerra italo-austriaca del 1866.
Fra i titoli proposti svettano anche alcune chicche cinematografiche d'inizio ‘900 come «La presa di Roma», film del 1905 di Filoteo Alberini, che rappresenta nientedimeno che la prima pellicola proiettata pubblicamente in Italia.
All'interno della rassegna troviamo poi sia registi importanti, come Vittorio De Sica con «Un garibaldino in convento» del 1942, che nomi meno noti come il dimenticato Pietro Nelli del quale verrà proiettato «La pattuglia sperduta»: una pellicola del 1952 che Mario Martone ha dichiarato come fonte più prossima del suo «Noi credevamo».