Quando lo spettacolo è telecronaca

Se non avete mai sentito una telecronaca di basket di Flavio Tranquillo e Federico Buffa non avete mai sentito una telecronaca. Ora che è tornato Dan Peterson, a bordo campo e ogni venerdì alle 14 su Radio24, godiamoci anche i suoi eredi. Guardare una partita Nba commentata da loro su Sky Sport significa soprattutto ascoltare i loro racconti, i giudizi, le spiegazioni per le azioni più «pazzescheeeee» e le loro classifiche.

Sanno valorizzare qualunque giocatore trovandogli almeno un posto sul podio in almeno una delle loro personalissime ma seguitissime hit parade. Leggono qualunque tazebao sul basket fino ai bollettini dell'Università dell'Idaho. Quando Tranquillo urla «Le-bron Jame-ssss», si sente più che il tifo il piacere fisico provocato dal gesto. «E i fantasmi del passato si riallontanano» – e fino a qui sarebbe una normale telecronaca – «per un attimo» – e questo è il tocco. Perché «l'onnipotenza logora chi non ce l'ha». È tutto così: giudizi, aneddoti, domande e risposte, spesso ironico-retoriche, tra Buffa e Tranquillo, citazioni colte, centellinate, «e scusatemi ma questa è una delle mie storielle preferite».

Traduzioni al volo, spunti di cultura americana, voglia di sport. A volte sono così bravi che si capiscono solo tra loro, ma tu che ascolti vuoi sentire la telecronaca successiva perché sai che pian piano farai parte del club, imparerai il loro codice, la lingua ufficiale Nba. Riescono a raccontare la rivoluzione e la controrivoluzione strategica dei Lakers attraverso un dialogo a tre tra mamma, papà e figlio con contorno di fidanzate. Si può parlare di un allenatore dicendo che è di «un'intelligenza rivoltante»? Oppure: «C'era un altro giocatore più forte di Kobe?». Risposta: «E adesso dove gioca, su Marte?». In linea di massima – espressione che Buffa ripete spesso (unico neo) – sono i migliori, uno spettacolo «pazzesco» – espressione che Tranquillo ripete spesso (unico neo) –.

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