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Han Han è il più popolare ma guardato con diffidenza

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2011 alle ore 08:21.

Ai bordi del lago del vecchio palazzo d'estate di Pechino le guide sapienti indicano questa o quella pietra con incisi versi con calligrafia superba di questo o quell'imperatore, segno tangibile della loro saggezza. Da sempre in Cina la superiorità intellettuale è il viatico del potere e Mao o Deng non si sono sottratti a questa tradizione.
Oggi il pensiero di Mao o la teoria di Deng sono letture obbligate, considerate noiose, ma anche di gran lungo le più influenti del paese. I loro successori seguono a ruota, Jiang Zemin ha inventato la teoria para-gramsciana del partito che deve rappresentare le forze intellettuali e produttive più avanzate, Hu Jintao invece si è rituffato in Confucio spingendo per la società armoniosa. Entrambi sanno infiorettare la loro conversazione con lunghe citazioni di poesia classica.
Quindi quando si pensa agli intellettuali cinesi essi sono più che organici al partito, spesso sono alti dirigenti del partito che nella carriera poi hanno smesso di scrivere in pubblico. Questo è il caso per esempio di Li Shulei, a 30 anni, 15 anni fa, celebrato massimo critico letterario del paese, e poi a 40 ufficialmente silente nella sua scalata ai vertici del potere. Lo stesso vale per gli ex colonnelli (ora hanno fatto carriera) Qiao Liang e Wang Xiangsui, star per il grande pubblico dieci anni fa, ora quasi monaci di clausura per i decisori del partito.
I percorsi possono essere accidentati e il partito ha saputo recuperare intellettuali che erano al limite della dissidenza. Il regista più celebrato del paese è oggi Zhang Yimou, del 1950, che nel 1988 fu quasi scomunicato per il suo primo film Sorgo Rosso. Destino simile quello della scrittrice più venerata e premiata Zhang Jie, nata nel 1937, che sempre negli anni 80 sfiorò l'arresto per il suo Ali pesanti.
Ma oggi l'intellettuale più influente del paese è l'autore della teoria dello sviluppo pacifico della Cina, Zheng Bijian, nato nel 1932, alto consigliere di Hu, amico fraterno del padre del prossimo presidente Xi Jinping, Xi Zhongxun. La sua idea è stata oggetto di attenti studi da parte degli americani e poi è stata citata da Obama durante la recente visita di Hu a Washington.

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Tags Correlati: Cinema | Hong Kong | Hu Jintao | Jiang Zemin | Jin Yong | Ming | Monaci Shaolin | Wang Xiangsui | Xi Jinping | Zhang Jie | Zheng Bijian

 

Fuori dalla teoria, che appassiona gli intellettuali cinesi più di ogni altra cosa, c'è una folla di autori, e spesso quelli più importanti in Cina sono sconosciuti e non tradotti all'estero. Al cinema per esempio, a Zhang Yimou, molti cinesi preferiscono Feng Xiaogang, classe 1958, poco noto. Frasi del suo, Un mondo di ladri, come le citazioni da Il padrino, sono diventate espressioni diffuse nella conversazione quotidiana. Si è fatto le ossa come autore di commedie di stile pechinese (il senso dell'umorismo del nord è diverso da quello del sud o di altre parti del paese). Recentemente è anche passato a film drammatici con superproduzioni di film di guerra come L'adunata (Jijie Hao).
Han Han, di Shanghai, rappresenta nella sua stessa carne l'ambiguità tra Cina ed estero, tra influenza nel paese, divisa tra la sua classe di quasi platonici decisori, e l'influenza tra la gente comune che qui è considerata più labile. Nato nel 1982, cantante, romanziere, pilota di rally, scrive il blog più popolare del paese e forse del mondo. Giornali stranieri lo mettono nella lista dei 50 intellettuali più influenti del mondo, ma nei circoli cinesi più austeri e potenti è trattato con un'alzata di sopracciglia, una smorfia della bocca: è quasi uno sconosciuto e non viene preso sul serio.
Dall'altra parte della barricata c'è Jin Yong, residente a Hong Kong, nato nel 1924. Popolarissimo e influentissimo in Cina quanto praticamente sconosciuto all'estero. Padre dei romanzi di cappa e spada di kung fu, è colui che ha rifondato il genere delle arti marziali e ha dato celebrità all'abbazia di Shaolin, quella dei monaci guerrieri. In Cina i suoi romanzi vendono e hanno venduto di gran lunga più della Bibbia, e con i proventi di romanziere nel 1959 ha fondato il quotidiano più venduto di Hong Kong, il «Ming Bao». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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