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Gli zombi invadono lo schermo

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2011 alle ore 19:30.

Passo traballante, occhio vitreo, colorito cinereo, lo zombi ha una spiccata tendenza all'invasione. Non bisogna lasciarsi ingannare dall'incedere stentato, dall'aria macilenta o dalle carni sbrindellate che gli penzolano dalle ossa. George Romero, che di questi esseri inquietanti e tristi al tempo stesso è il padre, ce lo ha insegnato: il morto vivente è lento ma inesorabile. E il cineasta americano è uno che la sa lunga in materia. Anche perché gli zombi come li consociamo oggi li ha inventati lui. Prima del mitico "Night of the Living Dead" del'68, il termine indicava, infatti, i defunti riportati in vita dagli stregoni voodoo di Haiti che li usavano come schiavi per le loro malefatte. Ma il morto vivente affamato di carne umana che trasforma chiunque morde in un altro cadavere cannibale è un'invenzione del grande Romero.

Una trovata geniale che evoca l'idea di un'apocalisse horror, del contagio inarrestabile di una moderna peste, dell'estinzione della razza umana. « Quando all'inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla terra». Ecco una celebre frase tratta da "Zombi" ("Dawn of the Dead"), secondo capitolo della saga romeriana. Ma oltre ad invadere il pianeta, questi mordaci defunti ,da qualche tempo, stanno invadendo lo schermo. Prima il cinema, poi la tv, ora anche il mercato dell'homevideo. Forse quando non c'è più posto all'inferno, qualche morto se ne va anche a spasso sulla celluloide…

Non si erano, infatti, mai visti tanti cadaveri affamati di carne umana aggirarsi per i set cinematografici. Lo stesso Romero, che aveva confezionato l'ultimo capitolo della sua serie nell'85 e che ci aveva impiegato ben 17 anni a fare uscire i primi tre titoli, dal 2005 al 2009 ha potuto girare altrettante pellicole dedicate ai nostri amici putrescenti. Non c'è che dire, lo zombi è tornato di moda, anzi non è mai stato così celebrato. In varie città (soprattutto in America) vengono perfino organizzati degli "Zombie walk", delle specie di sfilate alle quali si partecipa truccati da morti viventi aggirandosi per le strade barcollando e gemendo…

Al cinema si sono visti passare titoli di ogni tipo. Dal remake del secondo film di Romero, "L'alba dei morti viventi", con il quale Zack Snyder ha riproposto le atmosfere claustrofobiche del gruppo di sopravvissuti assediati in un centro commerciale, alla Londra spettrale di "28 giorni dopo" siglato da Danny Boyle con tanto di seguito intitolato "28 settimane dopo". Dai vari "Resident Evil", tratti dal celebre videogame, alle parodie come "L'alba dei morti dementi". Si tratti della versione forsennata dei morti viventi velocissimi e feroci come demoni dei film di Snyder e di Boyle o dei più classici, traballanti nipotini dei primi defunti insonni di "Night of Living Dead", poco importa. Il pubblico vuole gli zombi.

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Tags Correlati: Amc | Benjamin Rocher | Cinema | Danny Boyle | Dead Set | François Sagat | George Romero | GF | I Simpson | Italia | L.A. Zombie | Milla Jovovich | Mtv | Zack Snyder |

 

E in tutto questo tripudio di cadaveri che camminano non poteva certo mancare la firma del loro creatore. Con la differenza che i lavori del regista americano occupano un posto a sé. Anarchico, visionario, feroce critico della società moderna, il vecchio George utilizza i suoi zombi come metafore e simboli, arrivando a trascendere il genere horror. Non a caso, contrariamente a quanto accade ai colleghi che provano ad imitarlo, viene acclamato ai festival di mezzo mondo e puntualmente applaudito dalla critica. I suoi morti viventi sono creature complesse, non dissimili dai vivi che li circondano. Condannati a rifare ciò che già facevano in vita, in un'eterna coazione a ripetere che ci rimanda un'immagine deforme e grottesca di noi stessi. Come dire, loro agiscono senza più consapevolezza ma noi, che compiamo gli stessi gesti ( consacrando la nostra vita al consumismo,dedicandoci alla guerra, fomentando l'intolleranza e l'aggressività) sappiamo davvero quello che stiamo facendo?

E, allora, ecco il quarto capitolo della sua prima serie " La terra dei morti viventi", film horror di qualità e caricatura dell'America di Bush bellicosa e sempre sull'orlo di una crisi di nervi. E, per la gioia dei fan, altri due lavori che iniziano una nuova epopea tesa ad indagare l'overdose di informazione dei nuovi media, l'ossessione della diretta e la tendenza dell'uomo a combattere per ideali futili: "Diary of the Dead" e " Survival of the Dead".

Senza contare, per completare il quadro delle uscite cinematografiche, i b-movie come il divertente "Zombie Stripper", con l'ex- pornostar Jenna Jameson o gli omaggi al pulp anni Settanta come "Planet Terror" di Rodriguez…

Ma gli zombi una volta partiti non si fermano più e , dunque, eccoli anche alla conquista del piccolo schermo. Il geniale "Dead Set" trasmesso dall'emittente inglese E4 e, recentemente, portato in Italia da Mtv ha fatto da apripista. L'idea alla base della miniserie è quella di collegare il mondo effimero dei reality all'invasione degli zombi. Nella casa del Grande Fratello, in sostanza, nessuno si è accorto di nulla ma, fuori, il mondo non esiste più: è una landa desolata popolata di cadaveri cannibali. Quando se ne accorgono i protagonisti del GF possono solo asserragliarsi tra le quelle quattro mura, circondate non più da fan del programma affamati di voyerismo ma da orde di zombi spinti da ben altri appetiti.

A "Dead Set" è seguita la risposta americana, il più classico e recente "The Walking Dead", successo del canale Amc proposto quasi in contemporanea, da noi, dalla Fox. Una vicenda più romeriana, con città infestate da masse di morti viventi e caratterizzato da atmosfere apocalittiche. La prima serie di 6 episodi è andata bene e una seconda stagione è già in programma…

E se all'ultima edizione del Festival di Locarno, Bruce LaBruce ha dato scandalo coniugando i morti che ritornano con il porno-gay con la star francese del genere François Sagat come protagonista del suo "L.A. Zombie", il mercato dell'homevideo non è immune dal contagio.

Se non siete ancora appagati da quest'orgia di "living dead", insomma, potete lanciarvi su alcuni titoli appena usciti in dvd. Oltre a trovare tutte le pellicole fin qui citate, avrete a disposizione l'ultimo capitolo della saga di Alice- Milla Jovovich: "Resident Evil Afterlife". Girato in 3D, è per la verità deludente e solo per fan affezionatissimi che non vogliono perdersi nulla della serie. Inconcludente e al di sotto delle aspettative, nettamente inferiore agli altri tre episodi.

Niente paura, però, ci si può sempre rifare con il francese "La Horde" diretto da Yannick Dahan e Benjamin Rocher che, con piglio tarantiniano e ritmo serratissimo, porta gli zombi alla conquista della Ville Lumière, a partire dalla sordida banlieue parigina… Una vera chicca per gli zombofili.

Può darsi che tra corpi divorati, fiumi di sangue, fine del mondo alle porte, siate un po' stanchi di horror e di atmosfere cupe. Niente paura gli zombi sanno anche far ridere. Basta che vi gustiate uno dei due speciali di Halloween dei Simpsons dedicati a loro oppure l'irresistibile Zombieland, uscito in Italia purtroppo solo in homevideo. Morirete dal ridere. State solo attenti a non risorgere affamati di carne umana…

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