Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2011 alle ore 12:07.
Non esiste rivoluzione politica che non sia preceduta o accompagnata da una rivoluzione culturale: l’assunto è valso in ogni epoca e, comunque, a tutte le latitudini. L’Egitto della rivolta anti-Mubarak non fa certo eccezione.
Tant’è vero che, mentre per le strade del Cairo impazza la protesta della gente comune, i media di mezzo mondo sono letteralmente presi d’assalto da vip e intellettuali egiziani che - attraverso articoli di fondo, interviste e virgolettati vari - si costernano, s’indignano e s’impegnano contro il morente regime.
Omar Sharif
Il più celebre di tutti è ovviamente Omar Sharif. Sì, proprio l’attore 78enne pupillo di David Lean, che nel ’62 diede il volto al «Lawrence d’Arabia» e tre anni più tardi interpretò quella straordinaria parabola sul tradimento di ogni rivoluzione possibile che è il «Dottor Živago», stavolta non ci pensa su due volte ad applaudire la piazza e a scaricare il regime di Hosni il presidentissimo, affidando il suo pensiero al britannico «Telegraph». Sentite qua: «Mubarak avrebbe già dovuto dimettersi. Il popolo egiziano non lo vuole più, è stato al potere per trent’anni ed è abbastanza».
Incognita fondamentalista e troppi poveri
«Il presidente - incalza Sharif - non è riuscito a migliorare lo standard di vita degli egiziani. Ci sono alcune persone che sono molto ricche, forse l’1%, ma tutti gli altri sono poveri e hanno fame». Il tutto senza dimenticare l’incognita fondamentalista dei Fratelli Musulmani: «Sono stati repressi per anni - ha rivelato l’attore originario di Alessandria - e adesso cominciano a uscire fuori. Hanno dalla loro parte il 20% della popolazione e questo mi spaventa».
L'attore Mahmud Kabil
A fargli idealmente eco un illustre collega che ha abbandonato la ribalta per la carriera diplomatica: trattasi di Mahmud Kabil, 64 anni, già interprete negli anni Settanta di pellicole fondamentali per la storia del cinema egiziano come «Il passero», per la regia del grande Youssef Chahine, ma noto al pubblico italiano per una particina in «Piedone d’Egitto», action movie nostrano con Bud Spencer. Kabil che nel 1993 è stato insignito del titolo di ambasciatore Unicef in Medio Oriente in questi giorni ha affidato al blog statunitense «The Huffington Post» il proprio punto di vista sugli scontri (niente meno che via Skype!).