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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2011 alle ore 08:20.
«Quest'uomo era un cialtrone». Per la prima volta nel corso di una lunga e fortunata carriera Ian McEwan formula un giudizio così netto e sprezzante sul conto di un suo protagonista. Difficile, in ogni caso, dargli torto: Michael Beard, illustre scienziato le cui grottesche avventure sono al centro di Solar è davvero un individuo riprovevole. Nella vita privata, nonostante sia decisamente fuori forma con almeno quaranta chili di troppo, è un fedifrago incallito e ben cinque matrimoni alle spalle. Sotto il profilo professionale, poi, mostra scarso rispetto verso la deontologia scientifica e sfrutta, per trarne lauti guadagni, la fama garantitagli da un Nobel per la fisica ottenuto in gioventù.
Diviso in tre parti che abbracciano un arco temporale di poco inferiore al decennio a partire dal passaggio di secolo, il romanzo è una commedia nera con venature da thriller composto da McEwan con un obiettivo evidente, rivelato in numerose interviste: porre sotto accusa l'intero sistema della ricerca contemporanea, diretto da ipocriti di ogni risma sempre pronti a dichiararsi intrepidi paladini del bene pubblico e ben decisi, al contrario, a trarre personali vantaggi dalle loro posizioni di potere. Sotto questo profilo lo spregevole Beard è la perfetta sintesi dei bersagli sui quali il narratore inglese spara.
All'apparenza l'oggetto delle sue ricerche è il fotovoltaico, ritenuto l'unica via di uscita per evitare i rischi del riscaldamento globale. In realtà Beard ha perso ormai da tempo ogni capacità di innovare sul piano scientifico, poiché ha scelto di trasformarsi in potentissimo burocrate con ottimi ritorni economici che gli permettono di mantenere l'harem di cui si circonda (mogli e amanti) e di viaggiare senza sosta a spese di governi e multinazionali.
I nodi vengono al pettine quando un giovane collaboratore del Nobel inventa una procedura rivoluzionaria per ottenere energia pulita. Poiché il ragazzo ha una relazione con la quinta signora Beard, dividendone il letto con un robusto e manesco muratore, il caso vuole che un banale incidente domestico (al quale Michael assiste) ne provochi la morte prematura. Al cinico protagonista l'episodio offre una duplice opportunità: può far accusare di omicidio il muratore e, ancor più importante, impadronirsi della scoperta spacciandola per sua. La torre delle menzogne ha però fondamenta fragili e finisce per crollare in maniera rovinosa, travolgendo l'odioso Beard la cui avventura termina con una sacrosanta rovina sotto ogni profilo.