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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2011 alle ore 14:12.
Siamo in viaggio con San Brandano da secoli. E le peripezie, fisiche e intellettuali, di questo monaco irlandese di Clonfert, che prese il nome dalla rugiada (broen) abbondante nel giorno in cui nacque, non sono destinate a finire. Certo, conclusa l'epoca, che pur ci fu, in cui la sua Navigazione fu creduta vera e terminata la ricerca di quella famosa isola di san Brandano che più o meno venne piazzata qua e là nelle carte geografiche europee per tutto il Medioevo, oggi possiamo accompagnare il santo "solo" nelle sue avventure libresche.
Brandano è un vero archetipo e perciò, con mossa astuta e opportuna, Mario Scognamiglio e Umberto Eco hanno invitato i loro amici dell'Aldus Club, il più prestigioso club italiano per bibliofili, a seguire le sue tracce per il consueto Almanacco delle Edizioni Rovello, appena uscito in una tiratura di 500 copie: 300 numerate e destinate ai soci dell'Aldus e 200 per la vendita. Ovviamente la lista d'attesa è lunga e molti collezionano questa rarità bibliografica annuale.
La parte del leone la fa, ovviamente, Umberto Eco. Che torna con un testo erudito e soave dal titolo «Perché l'isola non viene mai trovata», che se non è lo stesso, ricalca fortemente l'intervento che il semiologo tenne a giugno scorso a Carloforte (in Sardegna) nell'ambito del primo, riuscitissimo festival dedicato alle isole. Il testo di Eco è un viatico eccezionale per gli altri interventi; così colto l'excursus spazia dal Medioevo a Gozzano, da Taprobane alle isole di Salomone.
Poi la consueta filza di "colleghi" bibliofili e bibliomani; qui vanno ricordati almeno il divertissement di Paolo Albani (un'isola dove tutto procede al contrario...), le riflessioni sull'Italia di Salvatore Carrubba, i testi brendaniani di Gianni Cervetti, Mauro Giancaspro e Gianfranco Dioguardi. Ma anche le "divagazioni" di Oliviero Diliberto, Armando Torno, Pietro Spirito o Giuseppe Marcenaro costituiscono uno spunto di lettura utile e dilettevole. Che poi, forse, è la ragione ultima dell'Almanacco: un libro da leggere fatto da chi i libri li ama e in essi trova sempre un approdo sicuro. Più solido, almeno, delle vaganti isole di quel simpaticone di Brandano.
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