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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2011 alle ore 09:15.

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Mentre il Novecento avanzava i suoi primi passi e il mondo occidentale si stava pericolosamente avviando verso il primo conflitto mondiale, nell'arte e nella letteratura si respira già il grande cambiamento attraverso i movimenti di rottura con la tradizione ottocentesca e il rifiuto del naturalismo. Sono le famose Avanguardie storiche, che riscrivono non solo la grammatica ma l'intero vocabolario dell'espressione estetica. Espressionismo, Futurismo, Cubismo, Astrattismo tentano, ciascuno con una propria soluzione, di interpretare l'arte del nuovo secolo.

Percy Wyndham Lewis ed Ezra Pound
Tra tutti gli «Ismi» che in effetti scriveranno la storia dell'arte moderna, il più radicale e originale contributo inglese lo darà il Vorticismo. Nato a Londra agli inizi del Novecento, il movimento vorticista ruota attorno alle figure dell'artista scrittore Percy Wyndham Lewis e del grande letterato ed espatriato americano Ezra Pound. E prevalentemente su di loro è incentrata anche la mostra allestita fino al 15 maggio 2011 alla Peggy Gyggenheim Collection di Venezia.

Si tratta della prima mostra in Italia dedicata al movimento angloamericano e arriva a Venezia dopo essere stata al Nasher Museum of Art di Durham (NC) e prima di essere ospitata alla Tate Britain di Londra (14 giugno – 4 settembre).
Realizzarla ha richiesto una pazienza certosina attraverso una ricerca quasi archeologica dei due curatori Vivien Green e Mark Antliff, che hanno cercato di ricostruire le tre più importanti esposizioni legate al movimento stesso: quella alla Doré Gallery di Londra nel 1915, al Penguin Club di New York nel gennaio del 1917, e la mostra di "Vortographs", fotografie vorticiste, al Camera Club di Londra, nel febbraio del 1917.

Identificare e localizzare le opere originariamente esposte è stata un'operazione tutt'altro che facile e i lavori in mostra sono tutto quello che è sopravvissuto al conflitto mondiale (per lo più opere su carta, pochissimi olii), comprese le riviste, i cartelloni pubblicitari e i cataloghi delle esposizioni.
Il risultato però consente di far finalmente uscire allo scoperto e presentare al grande pubblico un movimento che fino ad oggi è stato dominio di una ristrettissima cerchia di studiosi d'arte e letterati.

Per questo il valore della mostra sta proprio nel suo carattere assolutamente divulgativo: si attraversano le sale della Collezione Peggy Guggenheim come sfogliando un manuale di storia dell'arte, e si scopre che mentre Filippo Tommaso Marinetti inneggiare al dinamismo e all'industrializzazione, Ezra Pound nel 1913 sintetizzava nel "vortex", nell'energia che travolge, la massima spinta che lui e i suoi colleghi desideravano suscitare nell'avanguardia letteraria e artistica londinese.

Futurismo e Vorticismo all'inizio hanno esiti pittorici effettivamente molto simili ma è proprio Wyndham Lewis a prendere per primo le distanze dall'avanguardia italiana: accusa i futuristi di essere assurdi, con i loro discorsi di sviluppo industriale, tecnologia e modernità, loro che vengono da un paese ancora radicalmente agricolo come l'Italia, mentre la civiltà industriale è nata proprio in Inghilterra.

Così i Vorticisti elaborano un lunghissimo manifesto che pubblicano nel 1914 nel primo numero della loro rivista "BLUST" (in mostra una copia). Il circolo angloamericano di pittori, scultori e scrittori che aderisce al nuovo stile ha finalmente una sua identità. Artisti ribelli, si definiscono, e contrariamente ai cubisti e ai futuristi inglobano al loro interno anche le donne, a cominciare da Helen Saunders.

Nelle salette del museo veneziano il pubblico viene a contatto con una declinazione più astratta del Futurismo italiano e del Cubismo francese. Le forme dipinte sono più geometriche, con la netta predominanza dei prismi, mentre i temi sono più astratti. Anche la gamma cromatica dei vorticisti è differente, con una tavolozza del tutto particolare, fatta di colori brillanti declinati assieme alle terre, all'ocra e al marrone.

In chiusura dell'esposizione, una "Vortografia", la fotografia vorticista, di Alvin Langdon Coburn, del 1917. E' il primo esempio di foto astratta nella storia della fotografia, eseguito inserendo l'obiettivo di una macchina fotografica all'interno di un tubo triangolare rivestito di specchi. Per il mondo conservatore della fotografia pittorica, una vera sovversione.


I Vorticisti: artisti ribelli a Londra e New York, 1914 – 1918
Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
Fino 15 maggio 2011
Orario: 10.00 – 18.00, chiuso il martedì
Ingresso: intero euro 12; bambini (0-10 anni) e soci ingresso gratuito.
Catalogo edito da Tate Publishing in italiano e inglese
Info: tel. 041.2405440/419 - info@guggenheim-venice.it
www.guggenheim-venice.it

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