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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2011 alle ore 20:10.

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La parabola dalle aristocratiche fanciulle con dote alle escort super-dotateLa parabola dalle aristocratiche fanciulle con dote alle escort super-dotate

Al debutto in società le ragazze di buona famiglia si presentavano col vestito bianco, esibita e dispendiosa garanzia di candore, dopo giorni e giorni di preparativi dal parrucchiere, sotto l'occhio severo delle zie zitelle, delle amiche invidiose, asservite ai capricci di sarti e corpetti, nonché ai desideri di gloria di "maman". Senza trascurare ovviamente le ultime prove di danza, rigorosamente al suon di quadriglie, polche e valzer, e al braccio di fratelli e cugini prestati se del caso alle amiche più care. In gioco le signorine (e il portafoglio del babbo) mettevano il proprio futuro, tanto più lieto se accompagnato da una dote sostanziosa.

Belle o meno, blasonate per lo più, ricche quasi sempre, queste diciottenni sognavano il principe azzurro e la sicurezza economica... l'amore non era necessario. E così con le frasi fatte pronte all'uso studiate a memoria per l'occasione e ore ore di prove di ballo alle spalle, col cuore sempre in gola queste "happy few" si presentavano in sala al braccio del padre o del parente più blasonato con nella borsetta un grande sogno: riempire il proprio carnet del nome più illustre della serata. Niente di più lontano insomma da Ruby che i cuori li ruba e il candore lo sbeffeggia, e che dell'uso spregiudicato del denaro è da qualche anno maestra, forte di un carniere di tutt'altro genere. Segno dei tempi o, come dicevano le signorine d'una volta, solo un'apparizione in società come "i cavoli a merenda"?

Il ballo del gran debutto affonda le sue origini nella società d'ancien régime del XVIII secolo, quando i matrimoni erano rigorosamente combinati e nei saloni dei palazzi del patriziato si favorivano gli incontri fra giovinette da marito e signori più o meno maturi, spesso titolati e dalla rendita più o meno solida. Tra i più celebri si ricorda il ballo delle debuttanti all'Hotel de Crillon di Parigi, che solo s'interruppe nel 1789: causa rivoluzione, con le teste incipriate che volavan via senza accompagnamento musicale. Con il Congresso di Vienna, definito giustappunto "Congrès danse mais ne marche pas", per queste feste danzanti fu l'apoteosi. Si deve invece al volere di Francesco Giuseppe, il longevo imperatore dell'Austria felix che fu, l'incardinare l'usanza del ballo dell'anno fra gli stucchi e gli specchi del Teatro dell'Opera di Vienna.

Una tradizione questa che continua ancora con l'Opernball, il Ballo delle debuttanti, che vedrà proprio Ruby rubacuori protagonista al braccio del Berlusconi di Vienna, il palazzinaro Richard Lugner, celebre per essersi accompagnato negli anni a dive come Gina Lollobrigida e Jacqueline Bisset, e che quest'anno ha virato nella scelta, a causa di problemi di cachet, dalla bellissima Bo Derek alla escort marocchina. Certo l'allure del gran ballo non c'è più; i bei nomi dell'aristocrazia europea, rigorosamentie annunciati all'ingresso in sala, sono stati sostituiti dai blasoni fatti di petrolio e mattoni. Insomma il ballo portava con se nei giri di valzer tutto un mondo ormai sparito: forse più ipocrita nel trasformare in ballo da sogno le scelte matrimoniali combinate spesso da anni, ma di certo meno volgare.

E tra pacchiani diademi esibiti insieme a passi di valzer improbabili, svogliati ragazzoni in divisa e signore in lacrime dalle labbra a canotto, l'ultima parvenu, la Ruby rubacuori de noantri, rischia di non sfigurare più di tanto in questi ritrovi annuali per ricconi un po' patetici. Sempre che le abbiano almeno insegnato se non a volteggiare con grazia sulle immancabili note del Bel Danubio Blu almeno a non confondere i finti colonnati per pali da lap dance. Perché ancora a Vienna il bunga bunga non trovi proprio nessuno disposto a considerarlo solo una danza per "feste eleganti e innocenti".

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