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Mauro Fiore, il fotografo da Oscar di Avatar. Sogna il bis e Tornatore

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2011 alle ore 21:43.

Si avvicina la notte degli Oscar (la cerimonia si svolgerà il prossimo 27 febbraio): e il pensiero non può non andare all'edizione 2010, che vide l'Italia protagonista con i premi a Mauro Fiore e Michael Giacchino ed anche con una serie di candidature di talenti italiani o italo-americani. La vittoria o la nomination di giovani, orgogliosi delle proprie origini, che anche grazie all'Oscar si sono fatti conoscere o che l'Italia ha potuto conoscere maggiormente. E che, come Fiore, sono sempre più impegnati tra progetti importanti e contatti con registi italiani di fama internazionale, con cui desideravano poter collaborare.


Tornando all'Oscar, quest'anno la partecipazione italiana non sarà, purtroppo, altrettanto folta: incassate le due delusioni per le mancate candidature de "La prima cosa bella" e di "Io sono l'amore", l'ammiratissimo film di Luca Guadagnino, resta però la presenza importante, tra le nomination per i costumi, diAntonella Cannarozzi, candidata proprio per il film di Guadagnino. Un altro talento, magari da scoprire e riscoprire nella propria terra, e non solo, naturalmente.

E un'altra attesa emozionante, dunque, come quella del 2010. Quando dal palco del Kodak Theatre, un giovane vincitore emozionò tutti con quel suo "Viva l'Italia", pronunciato nel ricevere l'Oscar per la migliore fotografia, realizzata per il film campione d'incassi di tutti i tempi, ovvero "Avatar". Poi, tutta una serie di contatti, premi, e l'accoglienza trionfale in Italia, specialmente nella sua Calabria, da dove era partito, piccolissimo, seguendo la famiglia, trasferitasi da Marzi, in provincia di Cosenza, negli Stati Uniti. E proprio tornando nella sua terra d'origine, la scorsa estate, Mauro Fiore, 47 anni, aveva dichiarato alla stampa di volere lavorare con registi italiani e di ammirare in particolare Giuseppe Tornatore. Quel Giuseppe Tornatore che, ha dichiarato recentemente lo stesso Fiore (senza, però, aggiungere altro), lo avrebbe contattato, ma per il momento, appunto, non è dato saperne di più. In ogni caso, si tratterebbe di un altro sogno che si realizza per Fiore.

Nel frattempo, non sono mancati i progetti importanti: da "A-Team", film che si rifaceva all'omonimo telefilm degli anni '80, a "Real Steel" (che uscirà il prossimo ottobre), firmato dal regista di "Notte al museo", Shawn Levy, interpretato da Hugh Jackman e prodotto da Steven Spielberg e Robert Zemeckis. Senza contare il fatto che da tempo si parla di un seguito di "Avatar" (anche se, pure in questo caso, ancora poco si conosce di questo nuovo progetto) e, dunque, chissà che Fiore non torni sul set accanto a James Cameron.

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Tags Correlati: Aldo Signoretti | Avatar | Cosenza | Elezioni | Giuseppe Tornatore | Hugh Jackman | Il divo | La prima cosa bella | Luca Guadagnino | Mauro Fiore | Real Steel | Stati Uniti d'America | Steven Spielberg | Vittorio Sodano

 

Un talento consacrato, come si diceva, proprio dagli Oscar: un talento calabrese, che negli States si è formato e qui ha avuto la possibilità, in giovane età, di dimostrare il suo valore. E, in quell'edizione, come dicevamo, accanto a lui sono stati numerosi, forse come mai prima di allora, gli italiani o italo-americani o di origine italiana candidati, ed anche vincitori: da Michael Giacchino (premiato per la musica di "Up": tra i candidati, per "The Hurt Locker" c'era anche un altro artista di origine italiana, Marco Beltrami, in nomination pure nel 2008, per l'Oscar per la migliore colonna sonora, premio vinto poi da un altro italiano, Dario Marianelli), ad Alessandro Camon (candidato per la sceneggiatura di "The Messenger"), ad Anastasia Masaro (anche lei originaria della Calabria, in nomination per la scenografia di "Parnassus"). Senza contare Aldo Signoretti e Vittorio Sodano, candidati per il trucco de "Il divo".

Insomma, l'Italia sempre protagonista ad Hollywood, e in special modo nel 2010: una presenza che aveva dimostrato ancora una volta la creatività italiana e la possibilità di svilupparla e di farla apprezzare oltre oceano. E si spera che anche quest'anno si possa dimostrare questo talento, grazie ad Antonella Cannarozzi, in una "vetrina" importantissima come l'Oscar. Che può schiudere nuove opportunità o fare realizzare sogni. Come per Fiore. Che, durante il suo recente viaggio italiano, alla domanda su quale fosse il suo sogno nel cassetto, rispondeva sicuro, con il sorriso che lo contraddistingue: "Un altro Oscar!".

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