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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2011 alle ore 08:23.
Anche a volerlo evitare, è un tema che ci accompagna. L'altro, ovvero il non io, il diverso da me, da quello che sento e penso: i tentativi di visioni del mondo solipsistiche, di chiusure scettiche, di rinuncia a uscire dal proprio ego si sono dovuti arrendere di fronte a una quotidianità che è costretta a mettere a tema il confronto con "l'altro". Non è certo una novità, da sempre i bambini e le bambine si sono scrutati con diffidenza e curiosità, da sempre la religione "altra" è stata scusa per sanguinose guerre, come da sempre il colore della pelle ha avuto conseguenze anche terribili. Per non dire di quello che è accaduto dopo quel primo crollo di muri, a Babele, al principio di ogni differenza linguistica. Ma oggi, più che nei secoli passati, è divenuto impossibile barricarsi in torri d'avorio e fingere che il diverso sia solo uno scherzo della natura, o quantomeno un problema lontano, che non ci riguarda, addirittura un inferno da fuggire. E, come sempre, la situazione sociopolitica stimola la riflessione filosofica, e insieme lavorano per la costruzione di una cultura dell'altro. Diceva Descartes che io posso avere piena consapevolezza di me stesso in quanto cosa pensante, nettamente separata dal mio corpo. Ma tale consapevolezza è questione del tutto privata, che non mi permetterebbe di ottenere conoscenza certa degli altri, di cui posso conoscere qualcosa solo per analogia, a partire dall'esperienza di me stesso. E se l'analogia fosse sbagliata? Se gli altri fossero automi e non esseri umani come me? E se anche riuscissi a concludere che sono esseri umani in carne e ossa, perché dovrei rispettarli? E, in caso, sarebbe una relazione dettata dalla natura e come tale suscettibile di un approccio squisitamente scientifico? Sono le domande di filosofi come Davidson, Putnam, Habermas, Buber, Lévinas, e sono anche quelle che la prossima settimana animeranno le aule dell'università di Sassari, dove artisti multimediali, letterati, storici e filosofi – tra cui Simonetta Sanna, Michela Catto, Fiorenzo Toso, Caterina Virdis con Luciano Testa, Wojtek Zelaniek, Stefano Poggi, Maria Bettetini, Armando Massarenti, Paolo Lagazi, Pier Luigi Lecis, Carola Barbero, Diego Marconi, Mario De Caro, Sebastiano Ghisu, Maurizio Ferraris, Hansmichael Hohenegger – cercheranno di gettare luce sulle possibili declinazioni dell'altro: il nostro prossimo più vicino, oppure il linguisticamente altro, o il religiosamente altro, o il culturalmente altro, fino ad arrivare al "totalmente altro" – Dio oppure il nulla. © RIPRODUZIONE RISERVATA