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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2011 alle ore 19:25.

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Al Maga di Gallarate l'Alberto Giacometti più intimo e creativoAl Maga di Gallarate l'Alberto Giacometti più intimo e creativo

Nuove magnifiche silhouette, sempre lunghissime e longilinee, mai viste fin qui e invariabilmente caratterizzate dall'inconfodibile tratto di Alberto Giacometti. Con le immancabili sculture per pezzo forte, il Maga di Gallarate ospita i dipinti e disegni dell'artista provenienti per lo più dalla collezione privata degli eredi, mai esposta in Europa nella sua completezza, oltre a prestiti che invece provengono dalla Gnam di Roma e da un'importante collezione privata. Ad emergere da queste opere e dai disegni e bozzetti in raccolta è l'artista più intimo degli affetti e degli insopprimibili istinti creativi, che come spiega il curatore e studioso dell'artista, Michael Peppiatt «non stava mai senza una matita in mano o una sigaretta in bocca». Una frenesia creativa quella di Giacometti che proprio la raccolta di schizzi, prove, e appunti custoditi dagli eredi è in grado di rendere al meglio, conferendo una nuova luce a questo genio del secolo passato..

Prodotta dalla Fondazione Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella, la mostra è curata da Michael Peppiatt, autore di "In Giacometti's Studio", libro nel quale documenta la ricognizione da lui compiuta nell'archivio prima inesplorato di uno dei rami della famiglia, ricognizione che è alla base anche di questa preziosa rassegna.

«E' un materiale - afferma Peppiatt - che getta nuova luce sul modo di lavorare di Giacometti, «afflitto» da una specie di compulsione al bozzetto. Tanto da schizzare sulla prima pagina di France Soir dei nudi di Christine Keeler, la showgirl che fece tremare l'establishment britannico degli anni Sessanta quando venne riconosciuta come l'amante del Tory John Profumo». Il quotidiano, datato 1963, portava in prima pagina un articolo sul piccante affair. Corrispondenza che ispirò l'artista svizzero solleticando il suo bisogno di disegnare. «C'è un qualcosa di intimo in questi lavori», dichiara all'Observer Peppiatt. Parlando dei materiali concessi dice ancora lo studioso «mi hanno permesso di spaziare fra 300 disegni, ed ero commosso. Sentivo quasi la presenza di Giacometti, come se i suoi schizzi stessero cadendo direttamente dalle sue mani. Ha schizzato ovunque: sulle pagine dei libri, come su pezzi di carta presi nei caffè».

Un altro esempio di questi sketch improvvisi si trova su una pagina strappata da L'Express in cui l'artista pasticciò la fotografia di Lee Harvey Oswald, l'assassino del presidente John Kennedy. Di fianco, poi, Giacometti scrisse ripetutamente la parola italiana «continuare», oltre a un appunto di lavoro: «i busti sono stati fatti velocemente, e un dipinto questa sera, i disegni presto».

«Gli sketch - spiega ancora Peppiatt - erano per lui una forma di pensiero istintivo. Non stava mai senza una matita in mano o una sigaretta in bocca».

Le sculture ritraggono i modelli preferiti di sempre: il padre, la madre, la moglie Annette, la sorella Ottilia, il nipote Silvio e i fratelli Diego e Bruno. Il ritratto del 1937 di quest'ultimo, ad esempio, si rivela attraverso un modellato tormentato che prova la difficoltà di trovare una forma che corrisponda alla visione, evidentemente non in senso ottico-scientifico, della figura umana. Sempre del 1937 è il busto Ottilia, scolpito dopo la morte della sorella e forse per questo, esempio prematuro di quella fase riduzionista che Giacometti attraversa negli anni quaranta: in questo periodo le figure diventano piccolissime, fino quasi a scomparire sopra lo stesso piedistallo.


Le opere in mostra consentono di approcciarsi al Giacometti intimo, com'è in fondo prevedibile in forza di una collezione di proprietà della stessa famiglia Giacometti.

Gli stessi eredi di Giacometti hanno concesso a Michael Peppiatt di esaminare la loro collezione per pubblicare un nuovo libro che insieme al catalogo della mostra costituisce il cofanetto che il Maga ed Electa pubblicano in occasione della mostra.


Giacometti. L'anima del Novecento, Sculture, dipinti, disegni, Maga di Gallarate, 6 marzo - 5 giugno 2011- Museo Arte Gallarate


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