Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2011 alle ore 15:25.

My24
Richard Galliano, il fisarmonicista jazz che ha accompagnato Juliette Greco e Yves Montand (Olycom)Richard Galliano, il fisarmonicista jazz che ha accompagnato Juliette Greco e Yves Montand (Olycom)

Il fisarmonicista francese Richard Galliano è on the road, sulla strada, come dicono i jazzisti quando vanno in tournée. Questa volta si presenta in trio con Jean-Marie Ecay chitarra e Philippe Aerts contrabbasso: l'occasione è buona per un dialogo con lui, non succede spesso. Galliano è più che mai una star internazionale: in una tappa al Blue Note di Milano ha ottenuto applausi da stadio con brani vecchi e nuovi (ad esempio Les feuilles mortes, Oblivion, un'interpretazione di composizioni di Erik Satie, una straordinaria sintesi fra echi di Bach e di Piazzolla) e ha dovuto affrontare una folla di collezionisti di autografi e di dischi.

Mi sorprende però che non voglia parlare del presente e del futuro, bensì del passato e delle sue radici. Lo spiega: «Alla fine del 2011 compio 61 anni, sono nato a Cannes il 12 dicembre 1950. Mio padre, che aveva genitori toscani e umbri, era professore di musica e fisarmonicista e mi ha fatto studiare con lui quand'ero appena svezzato. Poi mi ha iscritto al conservatorio per l'armonia e il contrappunto. Nel 1960 mi sono diplomato in trombone ma la fisarmonica mi piaceva di più. Al jazz sono approdato tardi, nella seconda metà degli anni ottanta, e ho inciso il mio primo cd italiano di jazz nel 1992. Era Coloriage per Egea in duo con il clarinettista Gabriele Mirabassi. Soltanto allora qualche enciclopedia del jazz ha cominciato ad accorgersi di me e qualcuno mi ha dedicato brevi articoli o interviste. Per questo m'interessa rendere noto quello che si sa ancora poco, cioè quello che ho fatto prima e in che modo sono arrivato fin qui>»

«Va benissimo, dica». Socchiude gli occhi come per ricordare meglio: «A 15 anni, a differenza di mio padre che era interprete di musiche popolari e di ballabili, mi sono dedicato alla musica classica e ho trascritto per fisarmonica pezzi brevi di Bach, Debussy, Ravel e di organisti italiani come Fugazza e Moscati. La fisarmonica è una piccola orchestra, proprio come l'organo. E per me questa fase è stata importante per avviarmi allo stile a 360 gradi che ho oggi. Poi ho avuto il primo contatto col jazz attraverso i dischi della tromba magica di Clifford Brown. Mi sono chiesto subito perché mai nel jazz non si usasse la fisarmonica e me lo chiedo tuttora. Ho saputo più tardi di Gorni Kramer ma non l'avevo mai visto né ascoltato, e ancora più tardi di Gianni Coscia. A meno di vent'anni mi sono trasferito a Parigi dove ho suonato nei jazz club soprattutto come trombonista. Con la fisarmonica incontravo molte difficoltà, perciò mi sono impegnato nell'accompagnamento di Juliette Greco, Claude Nougaro, Serge Reggiani, Barbara, Yves Montand…anche questa è stata un'esperienza formativa».

«E la musica neolatina, che occupa tanto spazio nei suoi programmi di oggi?». «È arrivata dopo il 1980 per merito del mio sodalizio con Rique Pentola. Con lui ho registrato nel 1982 il mio primo disco, Salsamba, al quale ha partecipato anche Chet Baker. Nel 1984 infine ho conosciuto Astor Piazzolla, maestro indimenticabile, venuto apposta ad ascoltarmi all'Olimpia di Parigi. Quella sera mi ha detto che "la storia del tango e della musette che si suona a Parigi sono simili. Io ho fatto il new tango, imparentato con la musica colta contemporanea, e tu devi fare la new musette. Questa completerà il tuo stile, il tuo jazz e darà un altro tocco alla globalità musicale che vuoi conseguire". Ecco, ho detto tutto, grazie».

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi