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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 06:41.

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Quasi sessanta librai, soprattutto italiani, ma anche francesi, svizzeri, inglesi, americani. Il meglio della bibliofilia in una manifestazione che offre un colpo d'occhio unico ai bibliofili e agli appassionati. E permette anche di farsi un'idea precisa di come si sta muovendo il mercato del libro d'antiquariato. La 22a edizione della mostra del Libro Antico, inaugurata ieri sera alla Permanente di Milano, con un discorso del suo deus ex machina Marcello Dell'Utri, della misura dell'aforisma, è una sorta di Borsa valori del libro.
E anche se la bibliofilia non permettere generalizzazioni – ogni appassionato ha i suoi obbiettivi e i valori non sono uguali per tutti – qualche indice lo si può stilare. Continua, fortissimo, il Novecento, soprattutto delle prime edizioni più celebri, si allarga la forbice tra prime e seconde edizioni, tiene bene il libro antico quando si tratta di nomi famosi e di pezzi celebri, in calo sembrano le aldine e libri in latino, si rivaluta moltissimo l'illustrato di pregio e il libro popolare, che conosce nuovi prezzi. Il futurismo inizia a cedere rispetto ai grandi prezzi degli anni scorsi, prendono il sopravvento le avanguardie minori, i libri d'artista, c'è spazio per le raccolte complete delle riviste.
Partiamo dal libro che in mostra forse ha il prezzo più alto: la prima edizione della Vita et fabula di Esopo, primo testo classico greco ad apparire a stampa. Edito da Bono Accursio nel 1478 vale 500mila euro. Lo propone Philobiblon Arion che presenta anche un'Hypnerotomachia di Polifilo, il più goloso e celebre dei libri antichi. Ne ha una prima edizione da 280mila euro, e una seconda da 58mila. Stesso libro, ma in edizione francese, da Bodo & Mart con quotazione inferiore, 25mila. Da notare che questo è un titolo che, pur costoso, non è raro, passa spesso nel mercato. Un libro che, invece, non si è mai visto è un incunabolo ritrovato (4 carte e 6 silografie), proposto dal milanese Chartaphilus. Si tratta de La venuta del Re di Franza (1495), quotato 50mila euro. È sui 60mila un'edizione delle Macchie solari di Galileo (ce l'ha Bodedo & Mart).
Ma è il Novecento ad attrarre la maggior parte dei collezionisti. Una delle 44 copie dei Versi del capitano di Neruda, quella appartenuta a Quasimodo, appena è stata annunciata è stata venduta, per 40mila euro dallo studio Marini. Ungaretti, proposto dal Polifilo, è presente con una preziosa copia de La Guerre: il prezzo, sui 25mila euro, è in linea con le quotazioni dell'autore.
Arion ha comprato da Christie's le schede dell'Originale di Laura, incompiuto romanzo di Nabokov e le ripropone in mostra: siamo oltre i 150mila euro di valore. Di Nabokov c'è una bella collezione, come ha fatto Giorgio Maffei con una strepitosa collezione di Munari. I pezzi migliori e più rari sono già andati: ieri tra i curiosi di Munari c'era anche Roberto Calasso, abituale frequentatore della mostra.
Pontremoli e Little Nemo, con diverse posizioni, dragano il Novecento illustrato. Più tradizionale Pontremoli (con litolatte e prime rare edizioni), innovativo il torinese Sergio Pignatone che cerca di creare un nuovo tipo di collezionismo: per 18mila euro, la stupenda edizione ad personam di Louis Cartier dei Modes et maniérese d'aujourd'hui (1912). Sergio Malavasi, tra le tante cose, propone delle riviste complete: tutto «Domus» a 15mila euro, tutta l'«Archittettura moderna» di Piacentini sui 5mila, tutta «Casabella» a 20mila.
Non solo mercato: nelle mostre da visitare spicca il libro di preghiere che appartenne a Carlo Borromeo. È di Marcello Del l'Utri, e non ha prezzo. «Una volta lo vide Ravasi e lo voleva per l'Ambrosiana. Ma non lo darei nemmeno al papa. Forse per uno scambio...». Sorride il collezionista. E dice che questa è l'ultima edizione. Non c'è da credergli, come non si crede ai librai, quando dicono che non si vende niente... Fa parte del gioco.
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