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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2011 alle ore 22:56.

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Hanno detto di lei: è figlia di primo letto del genere samba cançao e del West Coast jazz libero e bello suonato negli anni Cinquanta dai bianchi Chet Baker, Gerry Mulligan e Stan Getz e nato sulle spiagge assolate di Los Angeles e San Francisco. È la bossa nova brasiliana, codificata dal geniale compositore e pianista Antonio Carlos Jobim e dall'ascetico vocalist-guru di Bahia, João Gilberto. Un linguaggio che ha rivoluzionato l'estetica della popular music. Canzoni ormai entrate nel mito, da Desafinado a Chega de saudade, da Águas de Março al brano-simbolo Garota de Ipanema. Andamento lento, rilassato, minimal-chic. Un distillato di samba classico e di ritmi travolgenti e festosi del Carnevale.

La quintessenza del Brasile modernista
Nasce all'interno del clima effervescente creatosi con il New Deal di Juscelino Kubitschek - presidente del Paese tra il 1956 e il 1961 - la bossa nova. Un periodo nel quale Lúcio Costa e Oscar Niemeyer danno vita al progetto di Brasilia, la nuova capitale tra architettura e utopia. Ebbene, in quegli stessi anni un manipolo di giovani borghesi e intellettuali di Rio de Janeiro lancia un inedito e avanguardistico stile musicale. Di questo genere elegante e sofisticato, che ha superato il mezzo secolo di vita ma non mostra una ruga, si torna nuovamente a parlare in questi giorni. Per i tipi della britannica Soul Jazz esce il cofanetto Brazil Bossa Beat!, oggi distribuito anche in Italia (per saperne di più e ascoltarne i brani www.souljazzrecords.co.uk).

Si tratta di box che rievoca l'avventura dell'Elenco Records, leggendaria etichetta indipendente fondata a Rio all'alba degli anni Sessanta. Sgranata in un arco temporale che va dal 1963 al 1971 e attraverso ventitré canzoni, la compilation allinea i nomi di punta e i protagonisti della casa, un suono languido, democratico e meticcio. Al cd è inoltre abbinato un libretto di cinquanta pagine, ricco di fotografie, interviste e testimonianze rare. E con la riproduzione delle copertine dei vecchi ellepi, dalla grafica audacemente modernista firmata da Cesar G. Villela, emblematica dell'euforia di un Paese che si affacciava con entusiasmo al nuovo.

Edú Lobo e le nuove voci femminili
Si chiamava Aloysio de Oliveira (1914-95) il fondatore dell'etichetta. Aveva studiato da dentista e tuttavia non mise mai piede in un laboratorio odontoiatrico. Aveva il ritmo nel sangue e, ben presto, si dedicò anima e corpo alla sua vera passione: la musica. Prima accompagnando l'eccentrica diva Carmen Miranda, poi componendo per altri e cantando, infine realizzandosi come produttore. Si fece le ossa lavorando per un'altra celebre label carioca, la Odeon, prima di dar vita alla propria creatura. Per la Elenco mise sotto contratto molti caposcuola: tra questi Baden Powell, incredibile virtuoso di chitarra (nel cd sono comprese le sue Consolaçao. Coisa No. 1 e Candomblé); lo chansonnier Edú Lobo, autore di quella Upa Neguinho che è considerata un grande classico, e Roberto Menescal, nume tutelare del sound carioca. Non mancano raffinate voci al femminile, come quelle di Sylvia Telles e dell'allora giovanissima Nara Leão, musa del nuovo linguaggio (da brivido nell'album la sua ripresa di Maria Moita).

Ciliegina sulla torta: nel box si ascolta il timbro scuro ed emozionante di Vinicius de Moraes (1913-80), giornalista e diplomatico, scrittore e drammaturgo, compositore e soprattutto poeta della bossa nova. La sua indimenticabile versione di «Berimbau» (scritta con l'amico Baden Powell) risale al 1963, anno di nascita della Elenco, e da sola vale l'acquisto del cofanetto.

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