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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2011 alle ore 08:22.

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Sono giorni fortunati, per gli amanti del libro. Da rifarsi gli occhi. Per dire: si è appena conclusa la «Mostra del Libro Antico» alla Permanente di Milano e molte erano le occasioni, tra gli stand degli antiquari, di ammirare gli originali che hanno fatto la storia della bibliofilia e della cultura. Chi di voi c'è stato, sa bene di cosa parliamo. Ed è un mercato sempre interessante, quello della bibliofilia, che se sulle rarità non conosce soste (qualcuno in fiera si è anche interessato a libri che sorpassavano le centinaia di migliaia di euro di quotazione), riserva sorprese, anche come investimento: a patto che il collezionista sappia su cosa puntare e si prepari per tempo il terreno. Ma i bei libri, prima di acquistarli (a meno che non siate dei paperoni), bisogna apprezzarli, e per apprezzarli è fondamentale conoscerli. E per conoscerli bisogna documentarsi. E dunque.
Sono giorni fortunati, per chi ama il libro, dicebamus: e soprattutto quello illustrato. Sotto mano mi sono capitate tre cose che aiutano – rispettivamente – a farsi un'idea, a vedere come doveva essere, e, infine, a meravigliarsi e innamorarsi. La rivista della «Biblioteca di via Senato», nell'ultimo numero, dedica un pezzo corretto e preciso, a quel funambolo dell'illustrazione che fu Aubrey Beardsley. La biblioteca milanese, infatti, nell'emeroteca, ha la collezione completa di «The Yellow Book» e di «The Savoy», le due magnifiche riviste che l'artista inglese fondò, abbandonò, rese immortali. Arianna Calò, autrice dell'articolo, vi fa capire cosa contenevano le riviste e perché erano speciali, proprio come il loro animatore.
Di Antonio Rubino non si dirà mai abbastanza bene e perciò va salutata con calore questa opportuna ristampa anastatica, dall'editore Scalpendi, di un suo aureo romanzo, del 1919, Viperetta. La collana si chiama «Libro a fronte» e se il libro " a fronte" è, dunque, Viperetta, la storia di quel libro è raccontata con rara perizia dal bravissimo Martino Negri. Un'analisi davvero esaustiva e, per molti versi, innovativa che meriterebbe ampio spazio.
Che, però, e nessuno ce ne vorrà, dobbiamo cedere a quello che si può definire l'ennesimo capolavoro di Santo Alligo. Ora: questo signore siculo-torinese, che di suo sarebbe grafico, illustratore, artista, di fatto – negli ultimi anni – si è imposto all'attenzione della comunità dei bibliofili come un collezionista aristocratico e raffinatissimo e sempre precorritore dei tempi (lui sì, che sa quando iniziare, valorizzare e finire una collezione), ma, soprattutto, è oggi il punto di riferimento in Italia per tutto ciò che riguarda l'illustrazione. Aveva già schedato, in un'opera magistrale, Pittori di carta (adesso in tre volumi uniti, edita da Little Nemo), i «libri illustrati tra Otto e Novecento» e ha contributo, con le sue incursioni prossime al nostro tempo, a restituire a Ferenc Pinter il posto che merita.
Ma adesso, sempre con Little Nemo, pubblica un'opera che, appunto, meraviglia e fa innamorare. Si tratta della riproposizione completa delle tavole della stupenda rivista «Modes et manières d'aujourd'hui». Da bibliofilo e collezionista ne ha tirati 770 esemplari, di cui 500 in legatura cartonata (costo: euro 65,00), 250 numerati da 1 a 250, sono stampati su carta Garda Matt Art da 170 gr della cartiera del Garda, legati da Luciano Fagnola con arazzo (da un disegno di Lepape) tessuto su telaio Jacquard in selezione cromatica tessile realizzato da Inmetess di Volpiano (costa, e li vale, 175 euro). Ma perché descrivere così minuziosamente l'oggetto? Perché, prima di tutto, è proprio un bell'oggetto. E se toccherete l'arazzo che funge da copertina capirete al volo. Dopo di che, aprirete il libro. Dottissima Introduzione di Giuliano Ercoli, definitivo, direi, lo scritto di Alligo sull'illustrazione di quell'epoca. Ma di che parliamo, insomma? Ebbene, spiega Alligo: «tra il 1912 e il 1925 vennero stampate in Francia le più innovative e affascinanti riviste illustrate di moda mai pubblicate; tra queste «Modes et Manières d'Aujourd'hui», il «Journal des Dames et des Modes» e la «Gazette du Bon Ton». Le tavole erano colorate a pochoir, tecnica che permetteva di riprodurre con fedeltà assoluta il disegno dell'artista. La colorazione con gli stampini non era nuova nella realizzazione dei libri illustrati, anche se già anticamente veniva impiegata nella colorazione delle carte da gioco e nelle stampe popolari». Dei «Modes» venivano tirate poche copie, appena 300. Gli illustratori erano grandissimi, come Georges Lepape, Charles Martin e, in primis, l'eccelso George Barbier (li vedete in questa pagina). Qualche anno fa, a Palazzo Fortuny a Venezia, fu dedicata a Barbier la prima vera mostra, nella quale si potevano vedere molti degli originali riprodotti in questo volume. Si è trattato di uno degli artisti più grandi dell'epoca Deco e non solo. Barbier ha, letteralmente, inventato l'eleganza o, almeno, uno dei modi con i quali ancor oggi noi concepiamo cosa sia "eleganza". Sfogliate e meravigliatevi, dunque, e innamoratevi di questi tre maestri e delle loro immagini: esili figure femminili, dagli eterei colli bianchi scoperti, erotiche e mai volgari, discendenti da dee dell'Antica Grecia. Colori e pose romantiche, sensuali situazioni, mani e piedi affusolati, occhi perennemente sognanti. Si sente profumo in queste pagine, e ci si immerge volentieri in questa nuvola di arte raffinata, perché se ne verrà ritemprati. Contro volgarità e avversità, in ultimo, non c'è altra difesa. Opporre bellezza. Sfrontatamente.

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