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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2011 alle ore 08:21.

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Liz Booth è una giovane ereditiera americana sposata a Paul, reduce della guerra in Vietnam che fa l'addetto stampa di un predicatore che si chiama Elton Ude, tipico esempio di guaritore-ciarlatano proprietario del l'emittente radiofonica «La voce della speranza». Ma Paul fa anche altro: è una sorta di faccendiere che traffica con i politici, sempre alla ricerca di denaro, dato che Liz è figlia del proprietario di una Compagnia estrattiva che opera nel Continente Nero morto suicida, ma ha difficoltà ad usufruire del patrimonio lasciatole perché vincolato da un "tutore" nominato dal padre, un certo Adolph che scuce solo piccole somme dietro le continue insistenze del marito. La famiglia, dato che Paul riesce solo a sperperare i soldi della moglie in imprese fallimentari, si è trasferita da New York ad un villaggio sulle rive dell'Hudson River in una vecchia casa in stile "gotico rurale" (o "americano"), presa in affitto da un personaggio enigmatico: il signor McCandless, geologo, romanziere, visionario romantico, ex agente della Cia che si è riservato l'uso di una stanza, rigorosamente chiusa con lucchetto, piena di libri, carte, collezioni del «National Geografic», casse di documenti, mappe di ogni tipo tutte relative ai luoghi dei suoi sondaggi dei terreni. McCandless è stato lungamente in Africa, e ha rilevato la presenza di un giacimento minerario importante proprio nel l'area dove il forsennato Ude ha «messo i paletti» della sua missione. Ed ecco che su quel tesoro, in realtà solo "supposto" da McCandless, si scatena una caccia cruenta che coinvolge vari settori del mondo politico, economico e religioso americano rivelando un sistema che sembra inquinare i principi etici a favore di un capitalismo dissennato.
Questa analisi brutale della società americana dei primi anni 80 del secolo scorso sta al centro di Gotico americano, il terzo grande romanzo di William Gaddis, nato a New York nel 1922 e morto nel 1998, tra i più intriganti scrittori americani, autore del romanzo-fiume JR, uscito nel 1975 (una forte satira del sogno americano, pubblicato da Alet nel 2009), che gli valse il National Book Award. Gotico americano – scritto nel 1985 – è un'opera ben più contenuta di JR, e si fonda su uno stile innovativo fatto di flussi di coscienza in un dialogo quasi ininterrotto dei suoi personaggi, che vivono esperienze immediate descritte con una scrittura dialogata in cui, con una tecnica che lo ha fatto avvicinare alla sperimentazione di James Joyce, si sovrappongono diversi livelli percettivi. Per esempio dialogo, pensieri, immagini della mente sono assolutamente contemporanei alle sollecitazioni esterne, tant'è che possono essere inframmezzati da brani di film televisivi o da voci fuori campo che emergono semplicemente dalla memoria. Come afferma McCandless, «c'è un limite sottile tra la verità e ciò che realmente accade», e proprio per questo il lettore è trascinato da Gaddis in una dimensione fluida in cui tutto avviene e nulla avviene.
Gaddis è un narratore impegnativo. Spesso i dialoghi terminano con sospensioni che non ci danno l'esatto concetto ma ce lo fanno intuire, e Gotico americano (che allude al famoso quadro di Grant Wood) è un collage post-modernista sorprendente in cui la citazione ha larga parte: infatti, incastonati nel testo, troviamo rivisitazioni di Charlotte Brontë, Robinson Jeffers, Joseph Conrad, nonché brani da pubblicazioni scientifiche reali e persino scene di film di Orson Welles, Frank Capra, Hitchcock.
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gotico americano William Gaddis trad. di Vincenzo Mantovani Alet, Padova pagg. 288|€ 16,00

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