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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2011 alle ore 16:21.

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La Bibbia (a fumetti) secondo Robert CrumbLa Bibbia (a fumetti) secondo Robert Crumb

Che cosa hanno in comune tra loro la rockeuse Janis Joplin, «Fritz il Gatto» - primo cartone animato esplicitamente vietato ai minori - e la Bibbia? La risposta è Robert Crumb, l'illustratore della copertina del celeberrimo album del '68 «Cheap Thrills», l'autore di fumetti che nel '65 s'inventò per un po' di riviste underground le gesta del priapico felino e adesso si cimenta nientemeno che con «Il libro della Genesi illustrato».

Arriva in Italia
L'opera, già apparsa negli States nel 2007, arriva finalmente in Italia per la collana Strade Blu di Mondadori (euro 19, pp. 228) in una versione che farà impazzire i fanatici di comics, ma riuscirà convincente anche al pubblico che s'intende più delle gesta di Noè e Abramo che di quelle di Mr. Natural. Niente fraintendimenti: il tratto e lo spirito sono Robert Crumb al 100%, come dimostra anche la maliziosa avvertenza di copertina che «raccomanda ai minori la lettura accompagnata da un adulto». Come dire: state entrando in un mirabolante tunnel di amori, morti, eroismi, vigliaccherie, passioni, tradimenti, sesso e violenza che solo il popola eletto da Dio avrebbe potuto concepire. Mica roba da educande.

La via di Damasco del papà di Fritz
Come può essere mai passata per la testa a un artista che ha vissuto dall'interno la scena di Haight Ashbury, con tanto di sperimentazione dell'Lsd, l'idea di reinterpretare (per giunta con piglio filologico) quei cinquanta capitoli che vanno dal caos della Notte dei tempi alla morte di Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe? Ebbene, vai a leggere il commentario all'edizione italiana e scopri un Crumb inedito: «già da tempo un appassionato delle culture sumero-accadica, babilonese e assira», il fumettista americano si getta anima e corpo nello studio della Torah, «un libro che non ha mai smesso di essere utilizzato: letto, studiato e interpretato e in questo senso presenta una longevità inossidabile. Questi scritti non sono mai stati accantonati per essere riscoperti in epoche successive, sono i testi più antichi ininterrottamente in uso nella civiltà occidentale. Non c'è da meravigliarsi che la gente li consideri la parola di Dio». Un ritorno alle origini, a quelle vecchie storie degli Ebrei «che sono diventate il fondamento della Cristianità e dell'Islamismo, le altre due tradizioni religiose più radicate in Occidente». Se non è una «via di Damasco» per il papà di Fritz, poco ci manca.

La costanza della ragione hippie
La sostanza del racconto sarà pure inedita, eppure la forma appare perfettamente coerente con quanto Crumb ci ha fatto vedere in quasi cinquant'anni di onorata carriera: il suo Jahvé (reso nel lettering con l'originale e impronunciabile parola sacra JHWH) appare come un attempato hippie scalzo e in tunica bianca, un po' Robert Wyatt e un po' Leonardo da Vinci. Adamo ed Eva sono i soliti giovani dai nudi prorompenti e rigogliosi che il fumettista ha ritratto a danzare per le spiagge della Bay Area, il Serpente è un perfido quanto astuto pornogatto Fritz in versione rettile, in specie prima che perda braccia e gambe per punizione divina. Proseguendo nel racconto, Abramo sembra un pastore freak che erra per l'Asia tormentato da ricorrenti trip a tema mistico, Giacobbe un coraggioso pioniere in cerca di nuove frontiere, l'Egitto delle storie di Giuseppe è simile al Sud dei racconti blues. Perché Crumb resta evidentemente fedele alla costanza della ragione hippie. Che è la «sua» ragione.

La più grande storia (per graphic novel) mai raccontata
L'operazione non ha insomma finalità didattiche (beninteso, non si tratta di un libro per bambini), non cerca scorciatoie che portino al consenso del grande pubblico (eppure piacerà), non ambisce certo a stupire: è forse, molto più semplicemente, l'esperimento di un Maestro dell'estetica underground che prende «la più grande storia mai raccontata» e prova a trasformarla in soggetto da graphic novel. I tempi, soprattutto dopo la lezione di Will Eisner e Art Spiegelman ma anche il successo di Marjane Satrapi, erano maturi. E mister Crumb aveva tutte le carte in regola per provarci. Che poi questo non sia il più grande graphic novel mai raccontato è un altro discorso.

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