Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 15:36.

My24
Il teatro Smeraldo chiude ra una settimana. L'ultimo appello per salvarlo in una pagina pubblicitariaIl teatro Smeraldo chiude ra una settimana. L'ultimo appello per salvarlo in una pagina pubblicitaria

Una pagina intera di pubblicità sui quotidiani di oggi per lanciare un appello, che suona più o meno così: lo storico Teatro Smeraldo di Milano rischia di cedere il passo a una pizzeria. Se ci sono investitori interessati a salvaguardare il valore culturale della struttura, si facciano avanti, ora o mai più.

L'ideatore dell'iniziativa è Gianfranco Lunetta, titolare della Lunetta Events (che si occupa di pubbliche relazioni e organizzazione eventi), che ha comprato spazi su Corriere della Sera, Il Giornale, Il Sole 24 Ore, Libero e La Repubblica. «Ho preso questa iniziativa a mie spese perché voglio preservare il valore culturale di questo spazio milanese», spiega Lunetta, raggiunto telefonicamente. «Al proprietario Gianmario Longoni, che conosco da lungo tempo, ho chiesto solo di rimborsarmi la spesa se troveremo uno sponsor adeguato, al quale affidare la gestione». Un salvataggio tra amici, insomma. Longoni infatti spiega: «Con Lunetta abbiamo organizzato nel 1984 il concerto con Ray Charles. E' un amico che mi sta aiutando a trovare una via d'uscita». Torna così in gioco con una pagina a pagamento, il destino dello Smeraldo, che poco più di un mese fa sembrava destinato a finire nelle mani di Eataly, marchio che propone prodotti alimentari di qualità made in Italy.

L'ipotesi Eataly
Gianmario Longoni, pressato dai debiti dovuti ai cantieri per i parcheggi sotterranei di fronte al teatro in piazza XXV aprile raggiunto a Roma, dove svolge la funzione di direttore artistico del teatro Sistina, racconta: «I lavori durano da quasi sei anni e solo ora, in periodo pre elettorale hanno subito una sospetta accelerazione. Il danno comunque ormai è fatto. Ho perso, per la mancata visibilità, gli sponsor migliori che per la mia azienda rappresentavano il 50% degli introiti. A seguire sono diminuiti anche gli spettatori e i debiti giunti a 26 milioni negli ultimi anni di esercizio. Ho cercato di rivalermi sul Comune di Milano ma è stato impossibile. I parcheggi sono protetti da una legge speciale, ho rinunciato a ottenere qualcosa dalla pubblica aministrazione. Farinetti è uno dei pretendenti ma lo considero una cura dolorosa per pagare i debiti che intendo onorare. Lo spettacolo è un'altra cosa». Il patron dello Smeraldo, che tiene a precisare «è il secondo teatro per capienza in Italia che non è finanziato dallo Stato», aveva da almeno due anni manifestato la propria volontà di affidare la gestione a un altro soggetto, mantenendo comunque la proprietà dell'immobile. L'appello era rimasto inascoltato. Il fondatore di Eataly (nato nel 2007 al Lingotto di Torino e con sedi a Tokyo e New York, oltre a quella milanese presso la Coin di piazza 5 Giornate) Oscar Farinetti era dunque entrato in scena indicando in una conferenza stampa addirittura la data della possibile inaugurazione: il 25 aprile 2012.

L'ufficio stampa di Eataly contattato però stamattina smorza i toni: «Non abbiamo mai fatto un'offerta formale», fanno sapere dalla società, che si sarebbe limitata a manifestare il proprio interesse verso la struttura, salvo poi abbandonare il tavolo «quando nella vicenda sono apparsi altri soggetti» non meglio definiti.

Altri soggetti però all'orizzonte non ci sono, ecco il perché della pagina pubblicitaria: «C'è il rischio che vengano vendute sedie, jeans o tranci di pizza in una delle più storiche e importanti istituzioni di Milano. Cerchiamo un moderno e illuminato imprenditore che sappia che arte e cultura sono e saranno, anche in futuro, le energie alternative che tutto il mondo ci invidia, da sempre».

Dunque Longoni cerca un'alternativa che preservi il valore culturale della sua struttura? «E' proprio così», conferma Lunetta. «L'offerta resta sul tavolo, ma stiamo cercando un'alternativa». Lo scopo della pagina pubblicitaria è cercare, dunque, nuovi sponsor e nella vicenda è stato coinvolto anche un advisor legale, lo studio Lega Colucci & Associati di Milano. «Con questa forma inedita di comunicazione tutti sanno che la gestione passerà di mano», precisa Lunetta, «e chi finora ha mostrato interesse dovrebbe affrettarsi perché l'operazione dovrà essere chiusa nel giro di poche settimane». Più di settimane, a sentire Longoni, ormai si tratta di giorni. Le banche sono alla porta e non si accontenatano degli applausi, anche se a scena aperta.

C'è bisogno di cultura a Milano? Pare proprio di sì
L' appello agli imprenditori amanti del teatro e della buona musica di Lunetta per lo Smeraldo segue quello lanciato pochi giorni fa dagli artisti milanesi, che si sono riuniti sabato in piazza Fontana rispondendo all'appello «Risvegliamo Milano» per portare all'attenzione pubblica la questione degli spazi culturali che stanno chiudendo in città. Sorte toccata al Rainbow e al Rolling Stone prima, alle Scimmie poi. E anche su Facebook è nato un gruppo contro la chiusura del teatro.


Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi