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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2011 alle ore 18:14.

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Dal Future Film Festival 2011 il cartoon «Dreams of Jinsha»Dal Future Film Festival 2011 il cartoon «Dreams of Jinsha»

«Lei non ha capito assolutamente niente del mio lavoro». Marshall McLuhan, se fosse ancora in vita, avrebbe probabilmente bruciato il suo intervistatore – durante gli incontri che il Future film festival di Bologna (dal 20 al 23 aprile) dedica al sociologo canadese per il centenario della nascita – con la frase tipica con cui usava incalzare il suo interlocutore. La stessa che il luciferino Woody Allen gli fece recitare nel film Io e Annie (1977), sbeffeggiando un sedicente professore di media in coda al botteghino del cinema, che lo aveva citato per far colpo su una ragazza. Al teorico del «villaggio globale», scomparso nel 1980, il Fff, festival internazionale di cinema, animazione e nuove tecnologie, giunto alla tredicesima edizione, dedica un «Salon» in collaborazione con l'Università di Bologna, in cui si offrirà l'occasione per riflettere, con artisti e studiosi del calibro di Derrick de Kerckhove e Renato Barilli, gli aspetti meno conosciuti del massimo teorizzatore del pensiero secondo cui «il mezzo è messaggio». In particolare le idee sull'arte, la letteratura, la pedagogia e la tecnologia del massmediologo che già nel '54 in La sposa meccanica individuò nella tivù un mezzo consolatorio che "massaggia" la testa, la plasma senza creare pensieri, da cui «il mezzo è anche massaggio». In più in piazza Maggiore ci sarà una mostra a cielo aperto dedicata alle pagine più famose dei suoi testi.


Nel salotto buono della città – in sala Borsa, al Teatro Duse, in Piazza Coperta e all'Auditorium Biagi – ci sarà una pacifica, ma non immune da incubi notturni, invasione di alieni, personaggi animati, più o meno allegramente improbabili, catastrofi, sindromi e thriller fantascientifici: una bella carrellata di futuro, che non guasta se il presente eccede.
Concentrato in tre giorni al posto dei canonici quattro, posticipato rispetto alla programmazione solita di gennaio, il festival riserva anche un nuovo premio in memoria del professore Franco La Polla, curatore di omaggi tematici della rassegna, mancato nel 2009. In collaborazione con l'Università di Bologna, il riconoscimento va alla migliore tesi di laurea di argomento cinematografico dedicata al fantasy, all'animazione e agli effetti speciali, a riprova che il futuro lo fanno i giovani.


Nonostante sia più "stretto", il Fff si presenta con un programma comunque nutrito: nove lungometraggi in concorso, otto fuori concorso e un centinaio di corti. «Alieni, supereroi, antieroi e amore sono i temi principali del 2011», spiega Giulietta Fara, direttrice della kermesse emiliana assieme a Oscar Cosulich. «L'ospite d'onore sarà Luc Besson, che il 21 in anteprima nazionale presenterà il capitolo conclusivo della trilogia dei Minimei con Arthur 3 - La guerra dei due mondi, assieme a una piccola antologica dei successi del regista. Per il «3d Day» Cineteca e Lilliwood offrono il 21 in stereoscopia Apa alla scoperta di Bologna per la regia di Giosuè Boetto Cohen, attraverso cui un personaggio animato, con la voce di Lucio Dalla (che presenzierà alla serata), racconterà a ritroso la storia di Bologna. Infine, dopo una giornata di discussioni sul tridimensionale, sarà proiettata in anteprima una manciata di minuti di Kung Fu Panda 2».

Tra i titoli del concorso spicca Detective Dee and the Mystery of the Phantom Flame di Tsui Hark, maestro del genere fantasy orientale, venerato da Quentin Tarantino, con i suoi uomini brucianti in uno scenario dai colori degni di una tivù mal sintonizzata. Cento per cento cinese – Fff ospita anche una delegazione della provincia dello Zhejiang, famosa per la tecnica di animazione – Dreams of Jinsha è un cartoon commovente e ambizioso, realizzato con una tecnica tradizionale doc. Di tutt'altro segno Paul dello statunitense Greg Mottola, con tanto di alieno in 3d in balia di una coppia di amici appassionati di cinema fantascientifico, di cui impersonano la migliore parodia del genere di cui fanno un culto. Tra i titoli fuori concorso, l'atteso I guardiani del destino di George Nolfi sul dominio del mondo con Matt Damon e nella sezione «Follie di mezzanotte» ritorna il regista splatter di culto Yoshihiro Nishimura in Helldriver, con una misteriosa nebbia che contamina il Giappone, nefastamente attuale; senza dimenticare Iros dell'italiano Bob Ferrari, che si fa beffe del sottobosco dei fumettofili, che non riescono a svezzarsi dal mondo dei comics. Da non lasciarsi scappare (fuori concorso) la versione horror della fiaba di Cappuccetto Rosso, che a pensarci bene era già un po' horror di suo con la nonna e la bambina inglobate nel ventre limaccioso del lupaccio, salvate dal taglio senza epidurale della pancia della bestia. In Capuccetto rosso sangue (fuori concorso) di Catherine Hardwicke il lupo è mannaro ed esige vittime sacrificali. Il cacciatore, chiamato a risolvere il problema del villaggio predato, insinuerà l'atroce consapevolezza che l'omicida è tra i villici, con un finale degno di una seduta psicanalitica in termini edipici. Storia comunque sempre meno paurosa della moderna Cappuccetto Rosso, insita, secondo McLuhan, nello spettatore che c'è in noi, allevato e ingrassato a pubblicità, che non ha nulla in contrario a farsi mangiare dal lupo-televisione.
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Future film festivalPiazza Maggiore, Auditorium Biagi,
Teatro Duse, Sala Borsa, Piazza Coperta
Dal 20 al 23 aprile - www.futurefilmfestival.org

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