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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2011 alle ore 08:24.

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San Gennaro mette in mostra i suoi gioielliSan Gennaro mette in mostra i suoi gioielli

L'isola del tesoro esiste davvero e si trova a Napoli, non in mare ma in pieno centro, distesa lungo un «miglio d'oro» che va da via Toledo alla cattedrale. È qui che si conserva il leggendario tesoro di San Gennaro: il più importante, antico e inviolato esistente al mondo, assai più prezioso di quelli della corona d'Inghilterra, degli zar, degli elettori di Sassonia, del delfino di Francia e di tutti gli Asburgo messi insieme. È stata una recentissima perizia gemmologica – durata tre anni e pubblicata nel 2010 dalla Libreria dello Stato – a stabilire quest'assoluta priorità. Insomma, un tesoro da guinness dei primati. I pezzi che lo compongono raggiungono la mirabolante cifra di 21.620 unità tra oreficerie, argenterie, tessuti, legni e quadri inestimabili.


E se la regina Elisabetta II può ostentare il diamante più grande del mondo, il patrono di Napoli può vantare la collana più preziosa del mondo, composta da 13 maglie in oro massiccio tempestate di 700 diamanti, 276 rubini e 92 smeraldi, alla quale – come se non bastasse – i re e le regine di Napoli e poi i re e le regine d'Italia hanno fatto appendere croci, crocette, verghette, pendenti e persino anelli, tutti rigorosamente incastonati di diamanti, zaffiri e smeraldi. Ma non è tutto. San Gennaro può mettere tranquillamente in minoranza la regina d'Inghilterra anche solo mostrandole il suo copricapo: una mitria vescovile in oro e argento con 3.890 gemme, tra cui spiccano 3.328 diamanti (sic!), 198 smeraldi e 168 rubini, giusto per gradire. I gemmologi non hanno dubbi: questo è uno degli oggetti più preziosi al mondo. Ma c'è un ulteriore primato. Il tesoro di Napoli vanta sette secoli di storia ininterrotta senza aver mai conosciuto spoliazioni, dispersioni o vendite. Un furto, in verità, c'è stato ma solo al cinema con l'esilarante film di Dino Risi Operazione San Gennaro (1967) nel quale – ricorderete – il colpo grosso andò spassosamente a vuoto.


Dove si trova oggi tutto questo bendiddio? Si trova, per l'appunto, lungo il «miglio d'oro»: una parte si conserva nella Cappella di San Gennaro e nell'attiguo Museo. I pezzi più importanti e preziosi si trovano invece nel caveau del Banco di Napoli in via Toledo, al sicuro ma invisibili.
Ecco dunque la grande notizia: dall'8 aprile al 12 giugno 150 pezzi del tesoro – compresi i «pezzi forti», quelli sempre chiusi nel caveau – verranno messi in mostra in diverse sedi della città, dalla Cappella al Museo di San Gennaro, dal Museo Diocesano all'Archivio Storico del Banco di Napoli, passando per i Girolamini.


Prima di avventurarci nella "caccia al tesoro" converrà ricordare perché Napoli possieda cotanto patrimonio. Una pia legenda vuole che nel 305 d.C., durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano, il cristiano Gennaro venisse condannato a morte per decapitazione. La sentenza venne eseguita a Pozzuoli nell'alveo di un cratere attivo, la Solfatara. Quando si decise di traslarne il corpo da Pozzuoli alle catacombe di Capodimonte accadde un fatto prodigioso: il sangue del martire, contenuto in due ampolle, divenne improvvisamente liquido. San Gennaro dimostrò così di essere presente perpetuando «'o miracolo» nei secoli.

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