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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2011 alle ore 14:53.

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La grande forza delle serie tv, per come si sta sviluppando oggi, sta nel lavoro di squadra degli autori, che, nei casi migliori, fornisce allo spettatore due grandi gioie: una narrazione complessa quanto a gestione dei fatti, delle informazioni, delle sottotrame; e una autentica eterogeneità e polifonia di personaggi, nati e sviluppati da sensibilità diverse che si fondono nella sceneggiatura. Franzen, un uomo solo chiuso nel suo studio, riesce a competere quanto a conoscenza e precisione e abbondanza; anche se, forse, a forza di cercare dentro di sé una matrice emotiva dei tanti eventi narrati, rende un po' troppo omogenee le traiettorie di caduta e redenzione dei personaggi sul finale. In ogni caso, letto un romanzo così riuscito e di un'intelligenza che mette paura e invidia, viene da chiedersi che cosa può sperare di ottenere la letteratura nel suo rapporto con i nostri tempi: questo libro ha rinunciato all'eredità di modernismo e postmoderno ma non all'intelligenza e al talento, e questo è il risultato: un'attenzione meritata, una promessa di rilevanza culturale. Cosa accadrà quest'autunno, per dire, a due scrittori come Rick Moody e Gary Shteyngart, fra i più apprezzati sperimentatori di lingua e temi in America, i cui nuovi romanzi, The Four Fingers of Death e Super Sad True Love Story, sono usciti contemporaneamente a Freedom, e quali conclusioni dovranno trarre dal fenomeno Franzen?

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