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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2011 alle ore 20:32.

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Francesco Hayez, Il bacio, 1859, Olio su tela, cm 112 x 88, Milano, Pinacoteca di BreraFrancesco Hayez, Il bacio, 1859, Olio su tela, cm 112 x 88, Milano, Pinacoteca di Brera

Milano non è mai stata, come Torino, Firenze e Roma, capitale dell'Italia unificata nel 1861, ma ha giocato comunque un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità nazionale. Durante il periodo risorgimentale, tra gli anni venti e sessanta dell'Ottocento, la capitale morale e culturale della futura nazione è stata proprio Milano, con la sua aristocrazia e borghesia illuminate, i suoi pittori, musicisti, scrittori. Un vivace e fecondo laboratorio animato da tre figure d'eccezione: Francesco Hayez (1791- Milano 1882), Alessandro Manzoni (1785-1873) e Giuseppe Verdi (1813-1901).

Tre artisti, accomunati dallo stesso fuoco, dagli stessi ideali. Erano amici, si conoscevano, si frequentavano. Manzoni, persona molto schiva, è stato ritratto in modo mirabile da Hayez che, a sua volta si è ispirato ai suoi scritti come «Carmagnola» (la storia del capitano di ventura al servizio della Repubblica Veneta che dà il via al romanticismo in letteratura) e i «Promessi sposi». Verdi si avvaleva della consulenza di Hayez, docente a Brera dal 1823 al 1880, per la messinscena dei suoi melodrammi.

Un esaltante confronto tra pittura e musica giocato spesso sugli stessi temi, come «I due Foscari», «I Lombardi», i «Vespri siciliani »(1822): titoli di opere verdiane che hanno ispirato alcuni quadri di Hayez. Ma Hayez che ha prodotto svariati ritratti di conoscenti, amici, personaggi dell'epoca riuscendo sempre a far emergere l'anima delle persone, tanto apprezzata da Stendhal, non ha mai ritratto Verdi. Del grande musicista esiste un bellissimo ritratto del 1886 firmato da Giovanni Boldini, il pittore italiano protagonista della Belle Epoque parigina a fine Ottocento, che in questa occasione si è sicuramente ispirato ad Hayez.

Mostra per i 150 anni
Questo pezzo fondamentale di storia milanese e italiana viene ricostruito da una eccezionale, piccola mostra, 27 dipinti in tutto, realizzata dalla Pinacoteca di Brera, nel quadro delle celebrazioni dei 150 anni dell'unità l'Italia, dal titolo «Hayez nella Milano di Manzoni e Verdi», catalogo Skira. Una mostra da vedere e anche da sentire. Il percorso espositivo è accompagnato, infatti, da un sottofondo musicale, una sintesi di alcune opere verdiane, un allestimento voluto proprio per ricreare lo spirito e l'entusiasmo del tempo.

«Ci sono mostre utili che servono a fare progredire gli studi a familiarizzare il pubblico su un artista, un movimento, un luogo, un'idea. L'esposizione su Hayez rientra in questa categoria, un esempio ormai raro di ricerca specialistica al servizio di un museo e del suo pubblico». E' il commento di Caterina Bon Valsassina, direttore regionale per i Beni culturali della Lombardia, arrivata a sorpresa martedì mattina a Brera alla presentazione della mostra, proprio per godersi «alcuni quadri meno noti che ancora non aveva visto».

Il bacio
Curata da Fernando Mazzocca, massimo studioso di Hayez, da Isabella Marelli, conservatrice delle opere dell'Ottocento della Pinacoteca e dalla direttrice della Pinacoteca Sandrina Bandera, la mostra, aperta al pubblico dal 13 aprile al 25 settembre, ha come emblema «Il bacio»: il bellissimo e popolare dipinto di Hayez esposto per la prima volta a Brera il 9 settembre 1859. Un quadro sentimentale e patriottico insieme. Infatti, tre mesi prima dell'esposizione milanese, Vittorio Emanuele II e l'alleato Napoleone III di Francia entravano trionfalmente a Milano, liberando la Lombardia dalla dominazione austriaca. Hayez veste i due amanti di verde, azzurro, bianco, rosso, combinando ii colori di due nazioni sorelle in un simbolico abbraccio tra la bandiera francese e italiana.

La mostra presenta 24 capolavori di Hayez (più tre tele di Boldini, Bertini e Beretta) che ripercorrono alcune fasi della sua carriera a partire dai dipinti storici degli anni venti, al suo esordio a Milano come pittore del romanticismo storico. C'è un bellissimo Ritratto dell'Innominato, dedicato nel 1845 ad uno dei protagonisti dei Promessi Sposi. Ci sono i due migliori Autoritratti di Hayez, quello di Brera e quello degli Uffizi, che aprono il percorso espositivo. E poi una carrellata di volti: quello di Manzoni e della seconda moglie Teresa Stampa, dell'amico filosofo Antonio Rosmini, del pittore e uomo politico Massimo d'Azeglio, che aveva sposato Giulietta, la figlia prediletta di Manzoni. Due straordinari dipinti sacri (L'Arcangelo San Michele e La Vergine Addolorata). La rassegna si chiude con Il bacio e i ritratti dei due assoluti protagonisti della musica dell'Ottocento italiano: Gioacchino Rossini e il Giuseppe Verdi di Boldini.

Hayez nella Milano di Manzoni e Verdi
Pinacoteca di Brera 13 aprile-25 Settembre 2011
via Brera 28 Milano
www.brera.beniculturali.it

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