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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 11:28.

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Margherita Buy (Ansa)Margherita Buy (Ansa)

Croisette a forza quattro. Dopo la notizia di qualche giorno fa della Palma d'oro ad honorem a Bernardo Bertolucci, ieri alla conferenza parigina di presentazione della 64esima edizione del festival del cinema di Cannes è arrivata la conferma che tra i 19 titoli in concorso ci saranno Habemus papam di Nanni Moretti e This must be the place di Paolo Sorrentino. Nella sezione Quinzaine des réalisateurs, dove sono affiorati molti talenti, debutterà Alice Rohrwacher con Corpo celeste.

Festeggiamo non solo per campanilismo, ma perché anche questa è la riprova che il cinema italiano è attraversato da una corrente costruttiva, non fosse altro per l'effetto di trascinare la gente al cinema e di fare incassi.

Habemus papam, da oggi nelle sale italiane, a detta dello stesso regista, non ha l'ambizione di raccontare l'Italia. È la storia surreale di un pontefice, appena eletto, che non riesce a sopportare il peso del proprio ruolo, lasciando smarrito il conclave cardinalizio e la folla celebrante a intermittenza. Sempre ironico, con pallone al seguito – questa volta è la pallavolo – Moretti è meno feroce, più dedito a interiorizzare il vuoto del Santo Padre, che è un po' anche il nostro. Con gli stessi bravi e rodati sceneggiatori con cui scrisse Il Caimano (2006) – Federica Pontremoli e Francesco Piccolo – Moretti si ripresenta sulla Croisette a dieci anni di distanza da La stanza del figlio con cui vinse la Palma d'oro. Amatissimo dai francesi, Moretti è atteso con lo stesso calore riservato a Sorrentino, che nel 2008 qui vinse il premio della giuria per Il divo. Sulla Croisette conobbe anche Sean Penn, protagonista della pellicola del regista napoletano assieme all'altro premio Oscar Frances McDormand. Nel film, girato in lingua inglese, Penn è Cheyenne, rock star ritiratasi dalle scene, alla ricerca del persecutore di suo padre, un ex criminale nazista nascosto negli Stati Uniti. Nel cuore dell'America inizia un percorso interiore che lo porterà forse alla vendetta o forse alla redenzione. Anche la politica si è congratulata con i due registi. «Un buon auspicio per il cinema italiano» ha detto il neoministro alla cultura Giancarlo Galan, confermando l'impegno per lo sviluppo della cinematografia.

Il concorso, capitanato da Robert De Niro, vede altri nomi importanti del cinema internazionale. A parte il film di apertura – la commedia romantica Midnight in Paris dell'immancabile Woody Allen con la "premiere dame" francese Carla Bruni –, ci sarà Pedro Almodovar con La piel que habito: la vendetta di un chirurgo plastico con la faccia di Antonio Banderas nei confronti dello stupratore della figlia. Il romeno Radu Mihaileanu, autore di Train de vie, presenta Source des femmes, rocambolesca vicenda di un gruppo di donne magrebine, che stanche di andare in cerca del l'acqua, fanno lo sciopero del sesso per indurre gli uomini a costruire un acquedotto (c'è anche Hafsia Herzi, rivelazione di Cous cous); Lars Von Trier con Melancholia, dal nome del pianeta che si sta avvicinando alla terra per decretarne la fine, riunisce grandi interpreti come Charlotte Gainsbourg (protagonista del precedente e non più allegro Antichrist) e Charlotte Rampling. Torna anche Terrence Malick con The tree of life sui rapporti familiari nel l'America degli anni Cinquanta tra Sean Penn e Brad Pitt. Le havre di Aki Kaurismäki che si cimenta con l'infanzia di un piccolo sciuscià, invece l'iperproduttivo Takashi Miike presenta Hara-Kiri: Death of a Samurai, titolo che non richiede molte spiegazioni. Infine last but not least i fratelli Dardenne con Le gamin au vélo, storia di un bambino alla ricerca del padre che lo ha lasciato in un istituto, accanto alla bella Cécile de France, già dolce presenza di Hereafter di Clint Eastwood.

Oltre alla competizione, la curiosità si sposta sulla 29enne Alice Rohrwacher, toscana, il cui Corpo celeste promette una storia delicata e mistica ambientata a Reggio Calabria e sul lungometraggio fuori concorso di Xavier Durringer La Conquête, storia non autorizzata sull'ascesa del presidente francese Nicolas Sarkozy. Mentre l'industria del gossip ha già di che vivere: Carlà potrà fare o no il red carpet? Le scommesse sono aperte.

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