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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2011 alle ore 16:06.

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Giancarlo Galan e Vittorio Sgarbi (Ansa)Giancarlo Galan e Vittorio Sgarbi (Ansa)

Vittorio Sgarbi non aveva i requisiti di legge e non poteva essere nominato soprintendente del Polo museale di Venezia. Lo ha spiegato i ministro per i Beni Culturali, Giancarlo Galan, all'indomani della decisione della Direzione generale competente del Ministero dei Beni culturali di affidare l'incarico a un dirigente interno all'Amministrazione.

La scelta del ministero è in linea con le indicazioni della Corte dei Conti che ha bocciato ben sei volte, l'ultima il 10 febbraio scorso, la nomina di Sgarbi, alla guida del polo museale fortemente voluta dall'ex ministro Sandro Bondi. Sgarbi era stato designato alla fine di maggio 2010 ma aveva assunto l'incarico alla fine di giugno: prima ha dovuto scontare un periodo di sospensione di dieci giorni per una vecchia condanna amministrativa (per assenteismo) inflittagli ai tempi in cui lavorava da storico dell'arte nella soprintendenza veneziana.

«Mi dispiace: che Sgarbi sia il più bravo, il più brillante e in grado di dare il maggiore appeal ai Beni Culturali non c'è dubbio - ha detto Galan, ospite della rubrica 'Un caffè con', su Skytg24 - ma non lo potevo nominare soprintendente a Venezia perché le leggi prevedono alcuni titoli e a lui mancava uno in particolare. Talvolta non si può scegliere il più bravo, ma chi ha determinati requisiti. Per esempio, per fare il dirigente al ministero serve la laurea, per fare il ministro no: è un paradosso ma è così».

Il ricorso a professionalità esterne (come è già accaduto per Rossella Voudret,Mario Resca) è una facoltà che il ministro può esercitare se mancano dirigenti interni in grado coprire i posti vacanti. Ma nel caso del polo museale di Venezia, il Ministero risultava già provvisto dI candidati soprintendenti con titoli più che adeguati.

La reazione di Sgarbi
Sgarbi non ha gradito: fin da ieri aveva dichiarato di essere pronto a lasciare la direzione del Padiglione Italia della Biennale se non fosse stato nominato anche soprintendente. Oggi ha messo in atto la minaccia. «E con questo mi dimetto dal Padiglione Italia della Biennale e mi dedico felicemente a Spoleto ed alle sue mostre» - ha detto il critico, concludendo, il suo intervento di presentazione delle mostre di scultura contemporanea, che sta preparando per la 54/ma edizione del Festival di Spoleto. La dichiarazione era indirizzata anche al ministro Giancarlo Galan, che sedeva accanto a lui e a Giorgio Ferrara, presidente del Festival.

Baratta lo esorta a restare
Immedita anche la reazione del presidente della Biennale, Paolo Baratta che lo invita a restare. «Ci ripenserà - ha detto Baratta, sottolineando il positivo lavoro svolto finora da Sgarbi - Nella parte all'interno dell'Arsenale ha già fatto una cosa utile, molto interessante e bella. Spero dunque che ci ripensi e continui. Tra l'altro è già stato predisposto il nuovo padiglione rinnovato, e per questo gli rivolgo un invito pressante ad andare avanti».

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