Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2011 alle ore 08:21.
«Un immenso, caotico serbatoio di differenze, di anomalie, di insolite stravaganze». Così veniva definito dagli intellettuali europei all'inizio dell'Ottocento l'Impero Ottomano, esplorato in ogni angolo seguendo l'esempio di Dominique Vivant Denon e di altri pionieri incuriositi dallo spettacolo di un colorato vaudeville in costume con sultani, harem e minareti. Dopo il ritorno in patria molti scrivevano un resoconto dell'esperienza vissuta e tra i più venduti nel Regno Unito ci fu a lungo Eothen di Alexander William Kinglake, uscito nel 1844, autentico longseller vittoriano, ineludibile lettura per chi partiva verso la sponda sud del Mediterraneo.
Il volume con un titolo greco di ardua comprensione immediata (significa «verso l'aurora») non è una guida, offre poche informazioni pratiche. Il giovane laureato in legge a Cambridge, rampollo di una facoltosa famiglia, preferisce farsi trasportare da un amore di evidente matrice sterniana per le divagazioni, i dettagli, i particolari della vita quotidiana in una vasta area compresa tra i Balcani, l'Egitto, la Siria e l'Anatolia. Come ricorda Attilio Brilli in una nota, Kinglake si definiva un «gentleman traveller», il suo obiettivo era trasformare il proprio vagabondaggio in un'opera d'arte. Il risultato della scelta è un testo ricco di aneddoti, adorato dal pubblico e visto con sospetto dagli addetti ai lavori. L'editore John Murray, boss del mercato dei "travel books", si rifiutò di stampare Eothen, sconcertato dalla tendenza di Kinglake a prendersi gioco di tutto e di tutti che però, con sorpresa di Murray, gli fece guadagnare una solida fama.
Proprio grazie al suo personalissimo stile il futuro parlamentare whig, scomparso nel 1891, esercitò una duratura influenza su alcuni tra i più celebri maestri di questo genere letterario del Novecento inglese. Graham Greene, Evelyn Waugh, Peter Byron e Bruce Chatwin riconobbero in maniera esplicita di aver contratto un debito con lui, lodandolo senza riserve. Ha perciò ragione Brilli, tra i maggiori esperti mondiali di Grand Tour in Europa e Asia, quando ne sottolinea la modernità e ne celebra il genio grazie al quale compose un'opera, da tempo introvabile in Italia, che gli ha permesso di modellare a beneficio dei vittoriani l'immagine di terre esotiche dove solo i gentlemen con un ricco portafoglio potevano avventurarsi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
eothen. viaggio in oriente
Alexander William Kinglake
traduzione e cura di Attilio Brilli
Ibis, Como-Pavia
pagg. 290|€ 17,00