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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2011 alle ore 08:21.
Nel frattempo accademici francesi invitano quelli di Stoccolma a rimangiarsi la decisione, la polacca deve pagare la precedente sfrontatezza. Svante Arrhenius le scrive di rinunciare al premio, in quale forma e con quale pretesto. Lei risponde al presidente dell'Accademia che questa volta verrà a ritirarlo di persona (nel 1903 aveva delegato il marito, per i troppi impegni). Parte l'offensiva degli scienziati, il giovane Einstein scrive a mezza fisica tedesca che tra i due c'è solo un'amicizia, i più famosi difendono il principio della meritocrazia, sacrosanto anche nel caso di una donna. In mezzo alla baraonda è riuscita a comprare abiti nuovi, la cerimonia è un trionfo.
© RIPRODUZIONE RISERVATAanatomia della fotosintesi
Dominante nell'Ottocento, nel secolo scorso la chimica si è sentita l'ancella prima della fisica, poi della biologia e sempre più criticata per i danni che i suoi nuovi composti recavano all'ambiente. Ne aspettiamo tuttora soluzioni ai grandi problemi, dalla fame nel mondo ai cambiamenti climatici, ma ci sembra mancare di teorie, di domande profonde. Non era così quando le ricerche di Marie Curie preannunciavano l'energia nucleare. Non lo è oggi, nell'anno internazionale della chimica. Perciò il Nobel Roald Hoffmann celebra in versi la potenza della fotosintesi. Né la fisica né la biologia spiegano come un viticcio converta i fotoni del Sole in energia elettrochimica e la usi per generare le molecole fondamentali della vita dall'anidride carbonica nell'aria. Per spiegarlo, e per fare altrettanto, ci vuole la chimica.