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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2011 alle ore 12:53.

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L'opera del pittore irlandese Francis Bacon «Studio del ritratto di Innocenzo X» realizzata nel 1953L'opera del pittore irlandese Francis Bacon «Studio del ritratto di Innocenzo X» realizzata nel 1953

«Chiariamoci subito: io sono di sinistra. Fino ai primi anni Ottanta sono stato iscritto al Partito comunista, che ho lasciato per motivi culturali oltreché politici. Ma la mia identità si muove all'interno di quell'aria». Franco Cassano ha bisogno di fare la premessa mentre gli studenti della sua Università, Bari, corrono da un'aula all'altra. E la conversazione sul suo ultimo libro, L'umiltà del male, verrà dunque spesso interrotta da «Vorrei precisare...», «Puntualizziamo una cosa...».


La pedanteria non c'entra nulla con questo professore mite, capelli bianchi, sorriso caloroso. Tra gli intellettuali Cassano resta un riferimento per la sinistra italiana, esponente di quella "école barisienne" che ha partorito idee e autori (e qualche sarcasmo nella vecchia "Nuova sinistra" scettica sulla scuola del Sud). Per tanti lettori invece, lo studioso del «pensiero meridiano» è diventato un nome familiare solo da poco. Merito de Umiltà del male, capace di accendere la discussione tra opinionisti, militanti e direttori di giornali: Giuliano Ferrara, Barbara Spinelli, Alfonso Berardinelli, Curzio Maltese, Concita De Gregorio. Al solito però, come troppo spesso accade in Italia, più che entrare nel merito, certi commenti contendono sull'appartenenza politica del professore, nell'ennesimo Palio di Siena delle idee.


Ad accendere le polemiche la lettura nuova della leggenda del Grande Inquisitore dai Fratelli Karamazov di Dostoevskij: Gesù torna sulla terra, dove a governare gli uomini – manipolandone le debolezze – è il Grande Inquisitore. Nella interpretazione classica la distinzione tra il Bene, rappresentato da Cristo, e il Male, incarnato nel Grande Inquisitore, è netta. Cassano, invece, prova ad analizzare ragioni e responsabilità della vittoria «dei cattivi», suggerendo che è tutta colpa del tabù della debolezza degli uomini. «Cristo – scrive – consegnando la fede a un atto di libertà, ha proposto agli uomini un compito del tutto superiore alle loro forze». Al contrario il Grande Inquisitore conosce e accoglie le debolezze: «non attende uomini più puri e più forti: troppo facile, vuole salvare tutti». Se per farlo bisogna ricorrere all'inganno, pazienza. I cattivi sono «umili», i buoni «narcisi» che si nascondono dietro la bandiera dell'etica. E più fanno passi in avanti convinti di lottare per l'emancipazione dell'uomo, più si guardano indietro e si ritrovano soli.

Cassano non fa nomi né riferimenti espliciti, ma la minoranza affetta da «narcisismo etico e da pedagogia autoritaria» nasconde la sinistra italiana, incapace di capire e accettare la debolezza umana. Chiara è invece l'identificazione del Grande Inquisitore contemporaneo, che il professore individua nella macchina dei consumi e della cultura di massa che ha "appaciato" l'uomo grazie alla tv e alla nuova collezione di abbigliamento H&M. Per usare le parole di Simone Weil: «Il grande errore dei marxisti e di tutto il XIX secolo è stato di credere che procedendo diritti davanti a sé, si salisse in aria».

Quella che nelle intenzioni del professore è «una riflessione sulle sconfitte e gli errori del Novecento» nell'arena italiana della politica diventa presto una testimonianza pro o contro Berlusconi. Così, se il quotidiano «Il Foglio» ha dato il via a una campagna di promozione del «manuale degli antimoralisti» (un po' di acqua barese per il mulino berlusconiano), Barbara Spinelli in un editoriale su «La Repubblica» dal titolo «La menzogna come bandiera» ha attaccato Giuliano Ferrara perché «ha stravolto, usato» il libro «in difesa del nostro premier». Sul «Venerdì», Curzio Maltese auspica l'arrivo di un leader che dovrà avere la «qualità dell'umiltà»? Il critico Alfonso Berardinelli dice che è merito di Cassano. Ma il professore barese, amato dai suoi alunni e «da sempre interessato al tema dell'apertura all'altro», resiste alle strumentalizzazioni. In fondo proviamo anche noi a provocarlo quando gli chiediamo se il populismo giustizialista che anima parte della sinistra non sia un Grande Inquisitore, che dà libero sfogo ai bassi istinti degli individui. Cassano resta fermo: «Il giustizialismo, è contestabile come tutte le forme di semplificazione della realtà.

È una visione che mette al centro la legge escludendo il sogno e la progettualità dell'agire umano. Io appartengo a una generazione che provava ad andare "oltre", gli indignati mi sembrano prigionieri della paura. Tuttavia non metterei mai sullo stesso piano i due fenomeni».
Perché il nome del primo ministro arrivi bisogna aspettare la puntualizzazione, via sms, un'ora dopo i saluti dall'aula barese: «Penso che qualsiasi riforma della giustizia sarebbe più facile senza Berlusconi». Ricevuto, Professore.


L'umiltà del male, Franco Cassano, Laterza, Roma-Bari, pagg. 94, € 14,00

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