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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 11:25.

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Ciak sul 64° Festival di Cannes.(Carla Bruni e Owen Wilson in una scena del film di Woody Allen, "Midnight in Paris". (AP Photo)Ciak sul 64° Festival di Cannes.(Carla Bruni e Owen Wilson in una scena del film di Woody Allen, "Midnight in Paris". (AP Photo)

Si annuncia eccezionale, quantomeno sulla carta, la 64esima edizione del Festival di Cannes che si apre domani con la proiezione fuori concorso dell'ultimo film di Woody Allen, Midnight in Paris, e che si chiuderà il 22 maggio con Les bien-aimés, il musical dell'enfant prodige del cinema francese Christophe Honoré con la divina Catherine Deneuve: innanzitutto perché vedremo finalmente The tree of life, il nuovo film di Terrence Malick, regista de La sottile linea rossa, che avrebbe già dovuto partecipare in concorso alla scorsa edizione della kermesse francese, e che sembrava dovesse partecipare poi alla Mostra del cinema di Venezia.

Malick, come tutti sanno, è un perfezionista e ha voluto lavorare di lima al suo nuovo film, solo il quinto lungometraggio di una carriera cominciata nel '69 (Malick è del '43), presentato a distanza di sei anni dal precedente The new world-Il nuovo mondo. Il trailer di The tree of life ha già fatto gridare al capolavoro, e la presenza di Sean Penn, in un cast che vanta anche la superstar Brad Pitt, fa pensare che Penn, anche protagonista di This must be the place, il film "americano" di Paolo Sorrentino (in realtà una coproduzione italo-irlandese girata in parte negli Stati Uniti) in concorso a Cannes, sia un candidato leader per la Palma come miglior attore. L'altro italiano in concorso, come tutti ormai sanno, è Habemus Papam di Nanni Moretti (questa volta una coproduzione italo-francese), il cui protagonista, Michel Piccoli, nei panni del pontefice refrattario all'incarico è un altro candidato forte per il premio alla migliore interpretazione.


Ma Malick, Sorrentino e Moretti non sono gli unici "nomi" in cartellone per questa 64esima edizione: c'è anche Pedro Almodovar, che torna alle proprie radici con La piel que abito, protagonista il suo attore feticcio Antonio Banderas, anche se il regista madrileno descrive il suo film come un'anomalia nel suo percorso cinematografico: "E' austero e minimalista, lascia poco spazio all'improvvisazione e molto alla e pianificazione". Il budget ha superato i 10 milioni di euro e la lavorazione è durata oltre un anno, ma i risultati di tanto investimento di tempo e denaro, afferma il regista, si vedono tutti. La sfida principale è quella stilistica: La piel que abito si annuncia come un horror che lascerà ben poco all'immaginazione.


Big budget (si parla di 7 milioni di euro) e attenzione maniacale al dettaglio anche per Melancholia di Lars Von Trier, coprodotto dall'italiana Bim, con un cast internazionale che comprende Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg (già star dell'ultimo film di Von Trier, il controverso Antichrist) e Charlotte Rampling. Le immagini del trailer, come quelle di The tree of life, fanno pensare ad una riflessione iperrealista sul senso della vita e della morte, con l'aggiunta del tocco melodrammatico che contraddistingue il regista danese.


Ancora una volta partecipano in concorso a Cannes i belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne, plurivincitori sulla Croisette: Palma d'oro nel '99 con Rosetta e nel 2005 con L'enfant, premio per la miglior sceneggiatura con Il matrimonio di Lorna nel 2008, per la miglior interpretazione maschile con Il figlio nel 2002 e per la miglior interpretazione femminile con Rosetta. In questa 64esima edizione i fratelli Dardenne concorrono con Le gamin au vélo, una coproduzione franco-belga-italiana con protagonista Cécile De France (la giornalista sopravvissuta allo tsunami di Hereafter) e Jérémie Renier, attore simbolo dei due registi belgi, più un interprete dodicenne, Thomas Doret, di cui si dicono già meraviglie.


Infine potrebbero riservare grosse sorprese Bir Zamanlar Anadolu'da del regista turco Nuri Bilge Celyan, vincitore del Gran premio e del palmarès per la miglior interpretazione maschile a Cannes nel 2003 con Uzak; il giapponese Takeshi Miike con Ichimei, il primo film d'azione in 3D a competere in concorso in una kermesse internazionale; l'ottuagenario francese Alain Cavalier, che torna dopo 25 anni al lungometraggio con Pater; Radu Mihaileanu, il regista rumeno di Train de vie e de Il concerto, che concorre con La source des femmes; e il finlandese Aki Kaurismaki, regista di Nuvole in viaggio e L'uomo senza passato, che torna al cinema dopo cinque anni con Le Havre.


Ma i grandi nomi del cinema internazionale non compaiono solo nella sezione concorso: Un certain regard apre con il nuovo film di Gus Van Sant, Restless, e procede con due film francesi d'autore, Hors Satan del controverso Bruno Dumont e Les neiges du Kilimandjaro di Robert Guédiguian, e due promettenti film coreani, The day he arrives di Hong Sangsoo e Arirang di Kim Ki-duk. Ultimo ad aggiungersi alla lista il russo Andrey Zvyagintsev, Leone d'oro nel 2003 per Il ritorno, che chiuderà la sezione. Fuori concorso, poi, sono attesissi The beaver di Jodie Foster con Mel Gibson e l'ultimo episodio della saga Pirati dei Carabi, questa volta diretto da Rob Marshall, con Johnny Depp e Penelope Cruz.

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