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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2011 alle ore 22:10.

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Brian Eno (AP)Brian Eno (AP)

Il suo brano più ascoltato? È il suono d'avvio di Windows 95: quattro secondi onirici che tutti, o quasi, (ri)conoscono. Forse però non sanno chi ne sia l'autore. Sì, perché Brian Eno è l'uomo che si mimetizza dietro le proprie composizioni, come il pittore giapponese che entra nel quadro che ha dipinto e vi scompare. Quello che conta è l'opera, appunto, non l'artista.

Roxy Music, David Bowie, Devo, Talking Heads, U2 e altri ancora… Curiosando nella rubrica telefonica di Brian Peter St. John de la Baptiste de la Salle Eno (un nome che tradisce ascendenze aristocratiche) sfilano in passerella 40 anni di stelle del pop e del rock.

A qualcuno piace "ambient"
Dell'inventore della ambient music si torna a parlare in occasione del suo sessantatreesimo compleanno (è nato il 15 maggio del 1948 a Woodbridge, un piccolo centro dell'Inghilterra orientale). Ma soprattutto in relazione all'uscita pressoché contemporanea di due libri, che ne indagano vita e opere. L'uno – On Some Faraway Beach, Arcana, 29 euro – è un tomo che pesa sui 700 grammi, 496 pagine scritte dal giornalista musicale David Sheppard, firma di Mojo e dell'Observer, nonché biografo di Leonard Cohen. Si tratta del primo studio critico dedicato a questo artista dallo spirito rinascimentale, paesaggista sonoro, compositore, produttore e sperimentatore di inedite frontiere percettive (anche se l'unica droga di cui fa uso è l'English Breakfast Tea). Un viaggio, quello del giornalista britannico vicino di casa del musicista, che parte da fine anni Sessanta e dal periodo mascara e paillette del glam-rock (con Brian Ferry) e si dipana attraverso i soundtrack per il cinema e quelli cosmici per l'Apollo, gli ibridi afro-elettronici con David Byrne e le recenti collaborazioni con Paul Simon e i Coldplay.

Pensieri di un "non musicista"
Il ponderoso saggio di Sheppard si può leggere ascoltando e sfogliando l'agile book disc intitolato Brian Eno. Sound Strategies (Auditorium, 15 euro). I brani del cd antologico spaziano dalla pionieristica Music for Airport (1979) alle canzoni intelligentemente pop con l'ex Velvet Underground John Cale, dalle colonne sonore elettroniche per Derek Barman a rarefatti episodi cameristici, qui eseguiti dal pianista Arturo Stalteri. Il libretto allegato raccoglie invece intuizioni e pensieri di questo "non musicista" che ha scelto di apparire il meno possibile: «Non provo soddisfazione a essere considerato oggetto di adulazione… E non apprezzo molto i fan, anche se amo la gente a cui piace la mia musica. Preferisco stare dietro le scene, tutta la mia libertà si trova lì …». Una lezione di stile e di intelligenza.

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