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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2011 alle ore 08:20.

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Suggestivo. Insolito. È Ternitti, il titolo del nuovo romanzo con cui Mario Desiati è entrato nella dozzina dello Strega. Con «lu ternitti», storpiatura della parola Eternit, i nostri meridionali in Svizzera chiamavano «le fabbriche in cui si aveva a che fare col cemento-amianto»: dove consumavano vita e salute. Dato il titolo, ci aspetteremmo un romanzo civile. E, di fatto, lo è per le prime 52 pagine. Dedicate al racconto del trasferimento (anno 1975) di Antonio Orlando, pugliese della provincia di Lecce, in Svizzera, a Zurigo, dove lavorerà appunto in fabbrica. E con lui vi sono la moglie Rosanna, la figlia Mimì, una «ragazzina che tene nu sacco di fantasia», e il piccolo figlio Biagio.
È la parte più compatta del libro: incisiva nella descrizione delle pene di un adattamento pressoché impossibile. Abita, infatti, la famiglia Orlando, in una vecchia vetreria abbandonata: un gelido «unico androne» con un alto soffitto di stagno e amianto, dove sorgono divisori in compensato e latta che separano una famiglia dall'altra. Il lavoro di Antonio nel reparto che produce tubi e lastre ondulate di cemento-amianto è disagevole e pericoloso: resisterà due anni prima di tornare con i suoi al paese. Sono gli anni, peraltro, in cui fiorisce l'adolescenza di Mimì, e il suo amore, infine ricambiato, dopo una lunga attesa, per un giovane compaesano, Ippazio, di pochi anni più grande. Una pudica storia di desiderio che trova infine il suo adempimento.
Col ritorno in Puglia, tuttavia, il libro diventa con brusco stacco soprattutto il romanzo della bella Mimì. Ragazza madre a poco più di 15 anni, con una bimba, Arianna, concepita in Svizzera, di cui si ostina a non svelare il nome del padre. Seguita dall'autore per tappe, dal 1993 al 2011, che ripescano anche nel passato. E qui prende il romanzo una diversa curvatura: e se evoca i disastri mortali dell'amianto nel tempo, si concentra nondimeno in colorita maniera epico-lirica su Mimì: affascinante, indipendente; a suo modo, e con elegante noncuranza, mangiatrice di uomini. Il fatto è che, sul piano letterario, la magnifica protagonista si mangia anche tutte le altre figure del libro. Gli uomini: sfocati, a partire da Ippazio, destinato a riapparire in un finale mélo a effetto stonato. Largo spazio ha Arianna, che però si stinge di fronte alla madre. Resta, del libro, oltre alla parte svizzera, soprattutto lei, Mimì: fiera, risoluta, ammaliante. Ma ci basta?
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ternitti Mario Desiati Mondadori, Milano pagg. 260 | € 18,50

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