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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2011 alle ore 17:35.

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Sean Penn, Jessica Chastain e Brad PittSean Penn, Jessica Chastain e Brad Pitt

La cosa più probabile in questa 64esima edizione del festival di Cannes è che Jean-Pierre e Luc Dardenne ottengano un riconoscimento. Non solo perché ogni volta che i due fratelli belgi mettono piede sulla Croisette fanno incetta di premi (due Palme d'oro per Rosetta nel 1999 e per L'enfant 2005; il premio per la migliore interpretazione maschile ne Il figlio nel 2002 e migliore sceneggiatura per Il matrimonio di Lorna nel 2008), ma anche perché il loro Gamin au vélo è piaciuto molto. La pellicola racconta la storia di Cyril (Thomas Doret) un ragazzino abbandonato dal padre in un orfanotrofio da cui scappa, trovando in Samantha (Cécile de France) un padre e una madre. Potrebbe guadagnar il Gran premio speciale della giuria o il Premio della giuria.

Alla Palma d'oro il massimo riconoscimento della manifestazione, potrebbe ambire l'intenso The tree of life di Terrence Malick, che ha diviso la critica, tra detrattori ed estimatori senza indugi; o Le Havre di Aki Kaurismaki, che nel 2002 aveva ottenuto il Gran premio speciale della giuria per L'uomo senza passato. Le Havre è una bella favola, giocosa e ironica, ambientata in un quartiere povero e solidale nella Francia del Nord, dove un lustrascarpe con la moglie malata decide di aiutare un piccolo immigrato clandestino di colore, braccato dalla polizia.

Il premio come migliore interpretazione maschile sarebbe dovuto andare a Sean Penn, stupendo interprete della rock star Cheyenne, che vuole vendicarsi dell'aguzzino nazista del padre, che durante la seconda guerra mondiale fu deportato a Auschwitz, ma l'Italia sembra che sia purtroppo fuori competizione. L'altro candidato potrebbe essere Brad Pitt, interprete di The Tree of life. La migliore interpretazione femminile potrebbe aggiudicarsela Tilda Swinton, madre del killer ragazzino in We need to talk about Kevin della scozzese Lynne Ramsay o Maiwenn, regista e protagonista principale di Polisse, che si intrufola nelle vite e nel lavoro di un dipartimento di polizia minorile. Qualche premio potrebbero ottenerlo anche Once upon a time in Anatolia, ironica e lentissima ricostruzione di un omicidio in Turchia di Nuri Bilge Ceylan, già premio per la regia a Cannes nel 2008 per Three monkeys, mentre il suo Distant vinse il Gran premio della Giuria nel 2002. Tra i papabili per qualche premio anche Drive di Nicolas Winding Refn, che è piaciuto senza mezze misure, molto o per nulla, ma la cui tecnica registica di stampo anni Settanta potrebbe affascinare la giuria, fino a ieri molto divisa. Il verdetto alle 19.15. Con sicurezza sappiamo che se The tree of life vince la Palma, Malick non la ritirerà di persona.

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