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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2011 alle ore 08:22.

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La musica in tv è alla ricerca di una sua nuova identità e la colpa, o il merito, è del web. I nostalgici si accavallano di generazione in generazione. Ecco le ere geologiche ricordate a casaccio: Canzonissima, Un disco per l'estate, Discoring, Deejay Television (la trasmissione che diede i natali tra gli altri a Jovanotti), qualche quiz tipo Sarabanda, qualche amarcord come Anima mia, sempre San Remo, per un po' anche il Festival Bar e poi gli ospiti big nei varietà, che però non sono più varietà musicali. Anzi, forse non ci sono proprio più i varietà, come le mezze stagioni. Se non vi ricordate i duetti tra Mina e Giorgio Gaber, su YouTube si trovano.

Semmai ci sono one man show condotti da cantanti. Il tutto fino ad arrivare ai talent: X Factor e Amici, infatti, se le danno di santa ragione e sana concorrenza. Ecco il punto: il mondo digitale ha mandato in crisi le case discografiche per la diffusione della musica su supporti non fisici e spesso gratuiti, la tv ha aiutato le case discografiche a riprendersi creando le star dei talent show, in tutto ciò la musica ha perso la sua identità in tv. Fatica a trovare uno spazio solo suo. Che senso ha una trasmissione di video pop se su YouTube o sui siti dei cantanti c'è già tutto? Ok, puoi portare la radio in tv, vedi il bell'esperimento del Dottor Djembé e la novità di Radio Italia tv, di Rtl tv e simili, ma sempre meticciati di genere sono: tv, radio, musica, cinema.

Oggi la musica in tv vuole dire un po' di cose, nessuna però patriotticamente ed esclusivamente musicale: talent, tv delle radio (e con Deejay che si è conquistata il nono posto del telecomando digitale non è male sonnecchiare davanti al video ascoltando buoni suoni, le battute di Linus e Nicola Savino e perfino le conversazioni sbofonchiate mentre in onda, in radio, va la pubblicità), grandi eventi, big ospiti da Fabio Fazio, qualche piccola eccezione per cultori: Classica su Sky. Come recuperare? O viene un'idea nuova o è meglio accettare la scommessa: la fusione dei generi è il futuro. Vedere questa sera il focus Bob Dylan & il cinema su Studio Universal alle 22 per credere. Il cantautore tra due giorni settantenne, come racconta il professor Alessandro Carrera, dylanologo doc, aveva capito tutto nel 1965.
http://danielebellasio.blog.ilsole24ore.com/danton/

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