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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2011 alle ore 08:19.

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Roberto Benigni racconta Dante sotto la statua del letterato in piazza Santa Croce a Firenze (Ansa)Roberto Benigni racconta Dante sotto la statua del letterato in piazza Santa Croce a Firenze (Ansa)

L'iPod ha appena compiuto dieci anni; la Commedia di Dante (già definita "divina", sulle orme del Boccaccio) ne ha circa settecento. Per questo sentir parlare di Commedia multimediale (come nel titolo della nuova edizione Zanichelli, a cura di Riccardo Bruscagli e Gloria Giudizi) può suonare strano, quasi anacronistico.

E invece che gli studenti possano ascoltare in cuffia tutti i canti del poema con le loro spiegazioni non è affatto strano, se si tiene conto che per secoli è stata proprio la voce il principale strumento di diffusione del capolavoro dantesco.

E non solo grazie alla tradizione di leggere e spiegare in pubblico il testo, inaugurata nel 1373 proprio da Boccaccio e continuata fino ai nostri giorni coi grandi successi teatrali di Vittorio Sermonti e televisivi di Roberto Benigni. Ma soprattutto perché l'intrinseca musicalità e memorabilità del poema hanno fatto sì che da subito i suoi versi fossero cantati come si farebbe oggi con una canzonetta.

Nel Trecentonovelle di Franco Sacchetti (morto nel 1400), si racconta di Dante che, passeggiando per Firenze, sente prima un fabbro poi un asinaio cantare parti del suo libro. E tutte e due le volte si arrabbia: col primo, perché «tramestava i versi suoi, smozzicando e appiccando»; col secondo, perché «quando avea cantato un pezzo, toccava l'asino, e diceva: Arri» («Cotesto arri non vi miss'io», protesta il poeta indignato). Chissà cosa avrebbe detto oggi il buon Dante sentendo Antonello Venditti e Lorenzo Jovanotti accanirsi su un suo stesso verso. «E se amor che a nullo amato amore amore mio perdona», canta il primo in Ci vorrebbe un amico; e il secondo, in Serenata rap: «Amor che a nullo amato amar perdona porco cane / lo scriverò sui muri e sulle metropolitane».

La voce è, peraltro, uno degli elementi centrali nella Commedia. La parola stessa compare ottanta volte nelle tre cantiche del poema: dalla "angelica voce" di Beatrice che si rivolge a Virgilio nel II dell'Inferno, fino alle "voci puerili" dei bambini che si trovano tra i beati nel XXXII del Paradiso. Ci sono – fra le altre – la "voce chioccia" di Pluto che tuona Pape Satàn, pape Satàn aleppe!, la "voce di pianto" con cui parla il simoniaco papa Niccolò III, la "voce modesta" del saggio Salomone. E poi c'è – onnipresente – la voce di Dante.

Quella di Dante personaggio, riconosciuto come toscano dalla sua parlata («O Tosco che per la città del foco / vivo ten vai così parlando onesto» lo chiama Farinata); ma soprattutto quella di Dante poeta, con il ritmo inconfondibile dei suoi versi. Diceva Jorge Luis Borges (per cui la Commedia era «un libro che dobbiamo tutti leggere») che «in Dante, come in Shakespeare, la musica segue le emozioni: l'intonazione e l'accento sono ciò che conta di più, ogni frase deve essere letta e viene letta ad alta voce».

Come dire che la poesia di Dante è intrinsecamente multimediale: contiene in sé la musica delle parole. Tanto che ogni epoca ci ha sentito la sua. Nel 1904, il violinista e letterato Arnaldo Bonaventura scriveva che «la musica del verso del dantesco ha, nell'Inferno considerato nel suo complesso, fremiti e spasimi dolorosi, quali se ne incontrano nelle Sinfonie del Beethoven: che diviene poi, nel Purgatorio, dolce e solenne come alcuni canti dell'Haendel, e s'innalza finalmente, nel Paradiso, alla grandiosità trionfale e religiosamente severa della musica polifonica del Palestrina».

Un secolo dopo, secondo il dj Alessio Bertallot (curatore delle musiche per il recital Disco Inferno), «la malinconia di Chet Baker è perfetta per l'amore di Paolo e Francesca; l'irruente drum'n' bass dei Bad Company sembra fatta apposta per il naufragio della nave di Ulisse, così come la techno minimale di Trentemoller per l'incontro tra Dante e Virgilio». Una playlist già pronta per gli iPod degli studenti.

La commedia multimediale a cura di Riccardo Bruscagli e Gloria Giudizi Zanichelli, Bologna pagg. 992|€ 29,50 L'edizione è corredata da un cd (con tutti i Canti interpretati da Ivano Marescotti e tutte le introduzioni ai Canti lette da Riccardo Bruscagli) e da materiali didattici in rete.

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