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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 20:04.

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Bandiera gialla a Piazza Affari. La finanza è un vascello che rischia la deriva, parola di artistaBandiera gialla a Piazza Affari. La finanza è un vascello che rischia la deriva, parola di artista

Una luminosa e allarmante bandiera gialla, simbolo del pericolo di peste, sventola da alcuni giorni nel cuore della City milanese. Si staglia nel cielo al sesto piano di un palazzo di Piazza Affari, dove ha sede la filiale italiana della banca privata zurighese Vontobel, specializzata in asset management e private banking, guidata da Francesco Tarabini Castellani.

La bandiera è un oggetto morbido, plastico, che si gonfia nel vento e che risponde, in un sorta di liberatoria autodenuncia, alla rigida, scanzonata, volgare provocazione del dito medio di Cattelan. Opera al centro di molte polemiche che ha avuto almeno il merito di rimettere nel circuito turistico una piazza ormai morta.

Al vaffa dell'artista italiano ottenuto tranciando quattro dita ad una mano tesa nel saluto romano ad una piazza di architettura fascista, storica sede della Borsa italiana, il mondo della finanza risponde, attraverso il gesto provocatorio di un altro artista, perchè l'arte è anche provocazione e ha il potere di smuovere le coscienze, lanciare messaggi universali.

«Attenzione, la finanza internazionale sta andando in una direzione pericolosa», avverte la bandiera issata a prua dell'immaginario vascello in navigazione in un mare pieno di scogli, dove si profila all'orizzonte il rischio un un altro devastante crack dopo quello di Lehman Brothers. Un rischio insolvenza che potrebbe coinvolgere ora i Paesi, dato il livello sempre più insostenibile dei debiti pubblici di Europa e Stati Uniti. La bandiera denuncia un malessere. «Ci troviamo a gestire risparmi, frutto di una vita di sacrifici, consci del fatto che non c'è più un posto sicuro dove metterli», spiega Tarabini.

Il vecchio Hans Vontobel, 95 anni, presidente onorario dell'istituto, banchiere di lunga esperienza ed emblema dell'etica protestante del capitalismo delle origini - religione, dedizione al lavoro, vita sobria - nel corso della sua vita ha attraversato ben otto crisi. Di quest'ultima aveva detto: finanziariamente si risolverà in tempi brevi, ma senza rimedi strutturali, avremo una crisi ancora più grave. «Ed è proprio lì - dice Tarabini - che stiamo andando».

La bandiera gialla, sorretta alla base da madonnine in gesso bianco rovesciate - dolenti immagini di una religiosità svuotata - è una installazione dell'austriaco Eduard Winklhofer, il secondo artista selezionato, da Vontobel nell'ambito del progetto artistico avviato lo scorso anno dall'istituto. Un progetto che si propone di individuare, far emergere e sostenere talenti dell'arte contemporanea, non ancora adeguatamente riconosciuti. Artisti con una formazione solida, con un percorso creativo e stilistico riconosciuto. Una forma di mecenatismo, senza finalità commerciali, non raro nel mondo di banchieri e industriali illuminati. Nel caso di banca Vontobel, la scelta dell'artista è affidata al giudizio di un apposito comitato scientifico (guidato dai critici Pietro Bellasi e Bruno Corà) e all'entusiasmo di un collezionista neofita e appassionato, come si dichiara Francesco Tarabini. Per questo progetto la banca ha stanziato un tetto annuo di 100mila euro che rientreranno in natura, cioè con lo scambio di alcune opere dell'artista. Il tetto copre i costi del catalogo e delle varie iniziative promozionali.

«Il mio primo irrefrenabile impulso al possesso di un'opera d'arte - spiega - è scattato di fronte ad un quadro di Dim Sampaio, artista brasiliano formatosi in Italia, con il quale è partito l'anno scorso il nostro progetto». All'esplosione di forme e colori con la quale Sampaio descrive nelle sue tele la drammaticità, la violenza, l'aggressività del vivere contemporaneo fanno seguito questee installazioni dell'austriaco Winklhofer esposte in banca dal 12 maggio scorso, e visibili per alcuni mesi per i clienti e gli operatori Vontobel e accessibile alcuni giorni anche al pubblico esterno, grazie alla collaborazione del Forum Austriaco di cultura di Milano.

Le sue installazioni sono banali oggetti della nostra vita quotidiana, come tavoli e sedie sospesi al soffitto, una sedia in equilibrio su una lampadina: metafore che l'artista usa per discrivere la fragile condizione umana. Oppure oggetti di culto, come madonnine di gesso bianche, private delle loro carica simbolica che ci rinviano ad un mondo ormai indifferente all'etica, alla morale, alla religione. All'ingresso della banca è stata collocata un'opera, spiega Tarabini, «emblematica dell'attuale condizione umana, economica e finanziaria: una sedia appesa al soffitto con un filo spinato, con sopra una bottiglia molotov, dei vetri rotti e un flauto».

Quel flauto è musica, arte, quindi speranza di salvezza? Non è detto. Il pifferaio magico dei Fratelli Grimm, libera la città di Hamelin dai topi ma non viene pagato e lui si vendica. Attira con il suono magico tutti i bambini in una caverna dove tragicamente muoiono.

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