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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 14:45.

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Marcus MillerMarcus Miller

Arriva nei negozi un box dal vivo di due cd più un dvd molto atteso. Il protagonista è Marcus Miller, il titolo è Tutu Revisited, l'editore Dreyfus Jazz, il distributore Egea. Andiamo nei dettagli. Marcus Miller, personaggio assai noto negli ultimi 25 anni di storia della musica afro-americana, di recente ha fatto molto parlare della sua attività. Nato nel 1960 a Queens nell'hinterland di New York, è soprattutto un magnifico bassista elettrico, innovatore perfino rispetto al leggendario virtuoso della strumento che fu lo scomparso Jaco Pastorius.

Ma Miller è anche claronista, compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra. Nella prima decade del Duemila si è classificato fra i maggiori personaggi mediatici del jazz americano per via dei milioni di contatti che si sono riscontrati sul suo sito internet, e ha fatto alcuni importanti tour in Europa, suonando fra l'altro due volte al club Blue Note di Milano.

Nella seconda (tre sere consecutive nel novembre 2009) ha presentato appunto il progetto "Tutu Revisited, The Music of Miles Davis". Con lui hanno collaborato Alex Hart sax alto e soprano, Federico Gonzalez Pena tastiere, Ronald Bruner batteria e – ultimo ma non certo il meno importante – Christian Scott tromba, al quale era affidato il ruolo principale che fu di Miles Davis. E' la stessa formazione del box che sulla copertina reca, in fondo sulla destra, la scritta "featuring Christian Scott" che nel gergo discografico americano mette in evidenza un ruolo di primo piano.

Dell'indimenticabile Davis, Miller è stato, specie nella seconda metà degli anni ottanta, un sodale saltuario ma fondamentale. Oggi lo si può considerare il vero epigono e continuatore – forse l'unico, per ora – del messaggio musicale del maestro che era più che mai proiettato verso il futuro prima della morte avvenuta nel 1991. Miller compare nel cd davisiano We Want Miles (1982) che fu il segnale primo e più forte del ritorno di Davis alla musica dopo anni di salute precaria.

Poi lo si ritrova in Star People (1983), Tutu (1986) e infine Siesta (1987) che contiene la colonne sonora del film omonimo, composta da Miller, alla quale partecipa Davis. Tutu è colmo di episodi e di significati storici, e perciò Miller lo ha scelto per la sua rivisitazione creativa. Il titolo è il cognome di Desmond Mpilo Tutu, arcivescovo fino al 1996 di Capetown, la capitale del Sudafrica, amico di Nelson Mandela e come lui impegnato nella lotta contro l'apartheid che gli valse il premio Nobel per la pace nel 1984. Davis celebrò l'evento con la composizione che apre il cd e gli dà il nome.

Miller ha vissuto questa vicenda dall'interno e vi ha partecipato come collaboratore principale degli otto brani. Nel 2009 ha riportato Tutu in giro per il mondo rielaborandolo e attualizzandolo (lo scrive nella prefazione al suo box) e poi nel 2010, approfittando con dolus bonus dell'avvenimento sudafricano dell'anno, il campionato mondiale di calcio. Ma non c'è soltanto questo. Tutti i brani del box Tutu Revisited contengono il profumo di qualcosa di nuovo, ben chiaro nei 12 titoli dei due cd e nel dvd, e ci sono almeno due giovani musicisti da seguire da vicino.

Per primo Christian Scott: ha 28 anni ed è nato a New Orleans. L'età verde e la città che fu la culla del jazz sono ottimi punti di partenza. Il suo modello di riferimento è Davis, e può darsi che il ruolo sostenuto nel gruppo di Miller lo abbia accentuato; ma utilizza una tromba con la campana rivolta verso l'alto (ben visibile nel dvd) come quella di Dizzy Gillespie che quindi è un altro modello di riferimento.

Il secondo solista eccellente è il sassofonista Alex Hart, improvvisatore straordinario capace di concliare l'avvenire con il passato. Forse c'è speranza: nel jazz degli Stati Uniti: a quanto pare non ci sono soltanto i due amerindiani Vijay Iyer e Rudresh Mahanthappa di cui si è già parlato. Aggiungo un codicillo positivo: le riprese del dvd sono molto pregevoli, belli i colori e belli i primi piani e i campi lunghi, con gli stacchi giusti.

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