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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2011 alle ore 08:22.

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Un uomo solo al comando del Campiello: si tratta di Ernesto Ferrero che, entrato per il rotto della cuffia nel novero dei romanzi ammissibili in concorso (è stato pubblicato solo pochi giorni prima della scadenza dei termini), ha sbaragliato la concorrenza, nelle nomination prima e nelle votazioni poi, per entrare in cinquina. Il suo Disegnare il vento. L'ultimo viaggio del capitano Salgari (Einaudi), infatti, è stato menzionato da tutti i giurati in fase di ricognizione e poi è entrato direttamente in cinquina con nove voti al primo scrutinio (gli unici che non lo hanno scelto, nella giuria dei letterati che ieri si è riunita a Padova, sono stati Philippe Daverio e il presidente Roberto Cecchi). Al primo tentativo ce l'hanno fatta anche Giuseppe Lupo con L'ultima sposa di Palmira (Marsilio, 8 voti), Maria Pia Ammirati con Se tu fossi qui (Cairo editore, 7) e Federica Manzon con Di fama e di sventura (Mondadori, 6). È stato necessario un turno di ballottaggio per avere il nome del quinto finalista, Andrea Molesini, che con Non tutti i bastardi sono di Vienna (Sellerio, 6) ha tenuto ben a distanza i tentativi di rimonta di Giuseppe Pederiali, Stefano Zecchi e Alessandro Mari.
Nessuno dei giurati ha "indovinato" per intero la cinquina: ma ben 4 elettori (Paccagnini, Nigro, Sandretto Re Rebaudengo e Calimani) avevano pronosticato 4 su 5 nomi, segno, dunque, che la giuria è arrivata alla votazione palese (una delle caratteristiche più belle del Campiello) con un accordo sostanziale sui nomi da scegliere.
Come al solito la votazione è stata preceduta da analisi più o meno profonde sull'annata letteraria. Questione difficile da inquadrare. Certo che la cinquina della 49ª edizione del premio organizzato da Confindustria Veneto può contare su alcuni testi la cui qualità è indiscutibile e se anche non si possono trarre tendenze significative da soli cinque romanzi sembra esserci una leggera prevalenza di una linea fantastico-profetica che in sede di commento dei letterati non era emersa.
Di sicuro il favorito per la vittoria finale del Supercampiello (che sarà annunciato nella cerimonia del 3 settembre) è proprio Ernesto Ferrero. Lo scrittore torinese ha già vinto il premio Strega nel 2000 con un'altra biografia fantastica: N., racconto di vita di Napoleone. Sarà anche il caso di restituire a Ferrero una grandezza di narratore che, a me pare, fin qui sembra essere sfuggita alla critica più accademica, e forse il Campiello (se dovesse arrivare) può essere l'occasione buona per studiarlo con più metodo e serietà che non nelle recensioni e cronache di giornale.
Sono in qualche modo onirici i romanzi di Giuseppe Lupo, che paga evidenti debiti al realismo magico, ambientato in un paese che non esiste sulla carta geografica ma ha risentito del terremoto del 1980 nel Sud (e «tellurico» è stato definito il libro), e il racconto della Manzon, imperniato su figure eccezionali come quelle del protagonista Tommaso (che antivede il futuro, ed è maledizione) e del bel personaggio della nonna Vittoria. C'è un che di trasognato anche nel libro di Maria Pia Ammirati, indagine di un amore perduto che affronta la dimensione dell'indicibile (morte) e del non detto (in amore) anche se sconta qualche stilema di stampo giornalistico che non le fa bene. Il libro di Molesini, infine, è il più "tradizionale": un racconto storico, ambientato negli anni di Caporetto, di ambizioni letterarie alte. Per la sezione Opera Prima bella e meritata l'affermazione di Viola Di Grado, con Settanta acrlico trenta lana (e/o), in corsa anche per lo Strega.
Da un punto di vista della "geografia editoriale" il Campiello segna un ottimo punto per il gruppo Mondadori, che manda in finale due autori e, soprattutto, tiene a distanza i gruppi rivali. A bocca asciutta Feltrinelli, che contava su Mari, anche con lo spunto dei 150 anni dell'Italia unita; Rizzoli presente, però, con Marsilio, ma ignorata nelle selezioni dei propri titoli (pochi peraltro); ottimo exploit di Cairo e conferma di Sellerio che ormai da anni "piazza" un concorrente in finale. Gems si deve accontentare di qualche menzione (e di ottimi risultati di classifica, per la verità).
Del resto, se i libri presentati in concorso erano in partenza 180, va detto che Einaudi aveva ben 11 titoli tra i 52 "segnalati" ieri, Mondadori 7, Feltrinelli 4 e Rizzoli solo 2. La battaglia si sposta ora nelle librerie. Per quanto riguarda la finalissima, però, nulla è detto: i 300 giurati popolari del Campiello hanno spesso stravolto i pronostici dei tecnici. È il bello di questo premio. Scongiuri ammessi da parte degli interessati e, ora, parola ai lettori.
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premio bottari lattes
Spazio ai giovani per la seconda fase del Premio Bottari Lattes Grinzane, organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes e dall'Associazione Premio Bottari Lattes Grinzane. Sabato 4 giugno alle ore 10.30 presso l'Enoteca Regionale del Roero di Canale d'Alba gli studenti delle sette giurie scolastiche decideranno chi merita il titolo di supervincitore tra: Caterina Bonvicini per Il sorriso lento (Garzanti), Valerio Magrelli per Addio al calcio (Einaudi) e l'irlandese Colum McCann per Questo bacio vada al mondo intero (Rizzoli). I tre scrittori erano stati designati dalla Giuria nella sezione «Il Germoglio», dedicata a libri di narrativa italiana o straniera pubblicati nell'ultimo anno. Cerimonia finale sabato 1° ottobre 2011 a Monforte d'Alba presso la dimora storica Hotel Villa Beccaris. Riceverà il premio anche lo spagnolo Enrique Vila-Matas, all'unanimità come vincitore della sezione «La Quercia», dedicata a Mario Lattes.

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