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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2011 alle ore 08:21.

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Baden-Baden, 1938. I due signori francesi, appassionati di scacchi, che assistono al torneo, non sono tranquilli: Hitler sta mettendo in atto i suoi folli sogni di potere, ma si temono anche i bolscevichi, di cui qualche sprovveduto, in Francia, pensa che Hitler possa essere «il nostro cane da guardia». Il torneo – le beffe della vita – vede in finale due giocatori ebrei.
Non sono messi meglio i polacchi, schiacciati fra due nazioni da cui non si aspettano nulla di buono. E il commerciante Leopoldo Stablinski, anch'egli a Baden, per le terme, parlando con i francesi spiega che gli affari non sono l'unica ragione per cui si è trasferito da Varsavia in Francia (poco dopo, porterà ditta e famiglia in Argentina, a Rosario). Lo stesso anno 1938 è quello dei mondiali di calcio a Parigi: gli alti papaveri tedeschi sono certi che la Germania possa vincere con una squadra mista, tedeschi e austriaci insieme, a celebrazione dell'Anschluss. Saranno bastonati, in campo, dagli svizzeri e sbattuti fuori dal torneo...
Di 50 anni di storia, e non solo d'Europa (il fulcro del libro è l'Argentina, l'infelice, terrorizzata, straziata Argentina dei generali e dei desaparecidos), parla Marco Ballestracci (due anni fa recensimmo il suo ottimo "romanzo ciclistico" L'ombra del cannibale, biografia dell'immenso Eddie Merckx), legando gli eventi politici agli eventi sportivi, nei racconti, bellissimi e disturbanti, de La storia balorda, da poco in libreria. E creando, con questo doppio registro, un magnifico effetto di dissonanza: passa, la trama, senza soluzione di continuità, dal mito dei grandi campioni e delle loro imprese – l'austriaco Sindelar, Bartali, Monzon; e il valoroso capitano argentino Carrascosa, che si rifiutò di giocare ai mondiali del '78 a Buenos Aires – al sadismo e al disprezzo delle vite umane, infamia della storia del Novecento. Ce lo narra il racconto più terribile. Dove ritroviamo uno Stablinski, Casimiro, il figlio di Leopoldo, mite insegnante di matematica a Rosario. Arrestato dagli sgherri dei generali, incaricati di ripulire dai montoneros la città, dove sta per giocare l'Argentina. Lui che ha un solo pensiero dominante, il calcio, sfiorerà, per colpa di una soffiata del tutto pretestuosa, una morte atroce. Ballestracci è il nostro piccolo-grande Soriano: lo sport come intricata metafora della vita. Quella che «è un dono limitato nel tempo», riflette a nostro monito il piccolo Stablinski.
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la storia balorda Marco Ballestracci Instar Libri, Torino pagg. 180 | € 14,00

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