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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2011 alle ore 17:24.

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Eccoli di nuovo, sempre diversi e sempre uguali, quelli del Gotan Project. Che, archiviato il tour italiano di maggio, si preparano per una serie di concerti europei tra Svizzera (Neuchâtel, 5 giugno) e Francia (Orleans, 2 luglio), Olanda (Rotterdam, il 10) e Ungheria (Budapest, 6 agosto).

Milioni di album venduti, questo trio multinazionale - formatosi nel 1999 e composto dal transalpino Philippe Cohen Solal, dall'elvetico Christophe H. Müller e dall'argentino Eduardo Makaroff - ha giocato a sparigliare le carte. Come? Mescolando senza pudore tango e batterie elettroniche, gergo lunfardo e idioma inglese, milonga e chill-out. Non a caso, il loro ultimo cd «Tango 3.0» (uscito da qualche mese e già disco d'oro) indica fin dal titolo che cosa accade quando il taglia-e-cuci del web entra a gamba tesa nell'universo tangueiro.

Cáceres, il Paolo Conte argentino
Ma non sono solo i ragazzacci del Gotan ad aver riportato in auge questa musica, «un pensiero triste cha si balla», secondo la celeberrima definizione. Si prenda, per esempio, un tipo come l'ultrasessantenne Juan Carlos Cáceres, figlio d'immigrati italiani, cresciuto a Buenos Aires ascoltando jazz e blues, approdato prima in Spagna e poi nella Parigi del 1968, in pieno Maggio francese. Una manciata di cd alle spalle dagli anni Novanta a oggi, il cantautore e pianista «porteño» si rifà vivo con il trascinante «Noche de Carnaval» (Mañana/Naïve). Una collezione di brani passionali e allegramente malinconici, dove momenti swing stile Paolo Conte (il clarinetto e il banjo malandrini di «Bs As charleston») convivono con echi africani e suoni tradizionali.

Quando il tango diventa globale
Consigliabile a quanti si struggono per il piccolo mondo antico di Carlos Gardel e Astor Piazzolla è la compilation britannica della Rough Guide, «Tango Revival». In tutto tredici superclassici, da «La cumparsita» a «Adiós Nonino», riproposti in versioni attuali e da formazioni contemporanee (Melingo, i berlinesi 6 Australes e altri) senza tradire lo spirito d'antan. Ancora più radicale è «Sin gravedad», terzo progetto firmato da Sulle Rive del Tango, un collettivo sperimentale nato a Napoli e poi diffusosi in vari Paesi europei: tra gli ospiti di questa tornata, l'attore-cantore Ascanio Celestini.

Un sax venuto da Cordoba
È lontana dall'ortodossia anche la musica praticata da Javier Girotto, leader del gruppo Aires Tango, jazzista sui generis residente in Italia, ma originario di Cordoba. E proprio con un manipolo di amici musicisti suoi conterranei il virtuoso di sassofoni ha realizzato «Alrededores de la ausencia» (Jg Records/Goodfellas), viaggio sentimentale nelle proprie radici: un album dedicato ai «desaparecidos» e a tutte le persone che ci mancano, «a quei 30.000 assenti argentini, i nostri cari, che però continuano a stare intorno a noi, come angeli custodi».

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