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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2011 alle ore 08:21.

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In una vignetta americana del XIX secolo si vede un bambino che pare un pupazzo al quale viene teso un cartoncino con la scritta: «Questo è latte per decreto del Congresso». Intorno, altri cartelli dicono: «Questa è una vacca per decreto dell'artista», «Questo è denaro per decreto del Congresso», eccetera.

Come ci ricorda il filosofo del diritto, Paolo Di Lucia, nella bella prefazione a «Creare il mondo sociale. La struttura della civiltà umana», quei cartelli parlano proprio degli oggetti sociali di cui si occupa John Searle in questo libro. E anche del modo in cui, secondo Searle, vengono costruiti, cioè mediante una cosiddetta "intenzionalità sociale". La realtà sociale in altre parole é costruita dalla possibilità di pensare e costruire insieme delle azioni e delle istituzioni condivise.

Ma quanto conta, per la costruzione e la fissazione di questa intenzionalità, il ruolo della «documentalità»?, si è chiesto Maurizio Ferraris recensendo il volume in versione originale (si veda «Il Sole 24 Ore» del 9 maggio 2010, ndr). Non sono proprio i documenti, le iscrizioni, il nostro lasciar continua traccia di noi, a conferire realtà ad atti (promesse, matrimoni, assegni, mercati finanziari) che altrimenti potrebbero anche riferirsi a entità fittizie?

Certo la trattazione di Searle non manca di concretezza. Egli vuole rispondere alla «domanda fondamentale della filosofia contemporanea: come possiamo conciliare la nostra concezione di noi stessi e della realtà umana con ciò che, a livello più profondo, conosciamo della realtà grazie alla fisica e alla chimica? Com'è possibile che, in un Universo composto interamente da particelle fisiche immerse in campi di forza, possano esservi cose come la coscienza, l'intenzionalità, il linguaggio, il libero arbitrio, la società, l'etica, l'estetica e gli obblighi politici?».

Intenzionalità e atti linguistici (cioè quelle asserzioni che sono di per sé dei fatti: come quando un professore dichiara aperti i lavori di un congresso) sono gli ingredienti di base dell'ontologia sociale di Searle. Ma in che modo passiamo «dagli elettroni alle elezioni e dai protoni ai presidenti»? Per rispondere a questa domanda, dice Searle, non dobbiamo pensare che si possa postulare l'esistenza di due o tre mondi distinti: «il nostro obiettivo è rendere conto di come viviamo proprio in un solo mondo e di come tutti questi differenti fenomeni, dai quark e dall'attrazione gravitazionale fino ai cocktail party e agli stati, facciano parte di tale unico mondo».

Il concetto chiave nella caratterizzazione della realtà sociale è per Searle la costitutività, che si declina in due forme: costitutività di regole e costitutività di atti. Che cosa fa di un pezzo di carta una banconota? Come riassume Di Lucia, «è evidente che per rispondere a questa domanda la chimica e la fisica sarebbero insufficienti: se provassimo a produrre qualcosa che assomigli esattamente a quel pezzo di carta, e lo duplicassimo fino all'ultima molecola, esso non sarebbe una banconota: al massimo, staremmo facendo una contraffazione.

A far sì che un pezzo di carta (X) abbia il valore di banconota (Y) sono regole costitutive: in primo luogo, regole costitutive sull'avere valore di banconota; in secondo luogo, regole costitutive sulla validità delle banconote». Quanto alla costitutività di atti, la domanda è «che cosa fa sì che esistano entità come le corporation, i presidenti della Repubblica, le università, i club, i cocktail party, le partite di football, le proprietà immobiliari?».

Ma se «a far esistere queste entità sociali istituzionali è il linguaggio nella forma di quell'atto linguistico chiamata declaration» siamo poi tanto lontani dalla realtà del pupazzo-bambino della vignetta da cui siamo partiti?
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appuntamenti
Tre fondazioni milanesi di origine editoriale – Corriere della Sera, Giangiacomo Feltrinelli e Arnoldo Alberto Mondadori – organizzano due incontri con il filosofo americano, John Searle: una «Lectio magistralis» (Sala Buzzati, via Balzan, 3, il 9 giugno alle 18) e un seminario all'Università Vita Salute San Raffaele (dal 7 al 9 giugno) che sarà aperto da Michele Di Francesco e Roberta De Monticelli. In entrambe le occasioni, Searle discuterà le proprie tesi sull'intenzionalità sociale con quelle di Maurizio Ferraris sulla documentalità. La recensione di Ferraris all'edizione inglese del volume, ora tradotto da Cortina, con il titolo «Creare il mondo sociale. La struttura della civiltà umana» nel sito il sole24ore.com

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