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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2011 alle ore 16:27.

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Alcuni lo chiamano Effetto Barcellona, ne abbiamo parlato spesso in questa rubrica. È la capacità di una città di cogliere l'occasione di un grande evento - un'expo, un'olimpiade, una coppa del mondo - per lanciare un programma di trasformazione urbana d'ampio respiro e ricollocarsi sulla scena globale. Il caso di Barcellona, ai tempi delle Olimpiadi del 1992, fu eclatante: in pochi anni la capitale catalana si scrollò di dosso la patina opaca di città industriale-portuale e, ricollegata al mare e rinnovata nelle sue piazze e nei suoi musei, diventò meta ineludibile del Grand Tour vacanziero mondiale. È lecito quindi chiedersi: chi sarà la prossima?

Milano, con l'Expo 2015, ha certo un¹opportunità unica. Idem per Londra, con le Olimpiadi del 2012, nonostante la crisi economica e i continui tagli di bilancio. Ma per scovare la Barcellona del prossimo decennio dobbiamo probabilmente cercare nell¹emisfero Sud.

Rio de Janeiro, in Brasile, ha in serbo un'infilata di eventi senza
precedenti: la grande conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile l'anno prossimo, la Coppa del Mondo nel 2014, le Olimpiadi nel 2016. Il tutto sospinto dall¹entusiasmo brasiliano per i recenti anni di boom economico, dalle politiche di riduzione delle diseguaglianze sociali e dal fervore del giovane sindaco Eduardo Paes, che ha promesso di investire oltre un miliardo di dollari l'anno in progetti di riqualificazione delle favelas ormai pacificate (cioè sottratte al controllo delle cosche locali e rese sicure dall'esercito).

Liberata finalmente dalla violenza e con una silhouette unica al mondo - sia per quanto riguarda la topografia sia per le forme dei suoi abitati -, Rio sarà una delle città da seguire con più attenzione nei prossimi anni. Ne riparleremo dopo il brindisi del 2016, immancabilmente a base di cachaças.

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