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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2011 alle ore 20:26.

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Lo sapevate che i Doors sono stati dichiarati «antipatriottici» dal Patrioct Act post 11 settembre 2001? Eppure, ce lo dice il documentario When you're strange di Tom DiCillo, alla fine erano dei bravi ragazzi con qualche vizio di troppo e tanto talento.

Questo progetto, nato dai superstiti del gruppo (Menzarek in testa) anche per l'insoddisfazione dei diretti interessati del biopic cult di Oliver Stone con Val Kilmer, arriva in 70 sale a partire dal 21 giugno e poi uscirà in dvd nella collana Feltrinelli Real Cinema dal 6 luglio, con il libro «I giorni del caos» sorta di racconto su come dal 1969, il gruppo che ha scritto la storia del rock fosse entrato nel mirino dell'Fbi.

In tv, invece, sará Studio Universal, il 3 luglio, a mandarlo in onda in prima serata, alle 21:15. In originale la voce narrante è quella di Johnny Depp, in quella italiana a parlare è un Morgan in gran forma. «Ho lavorato personalmente sulla traduzione soprattutto per quanto riguarda i termini tecnici musicali», dichiara orgoglioso agitando vezzosamente un cappello bianco, il ciuffo grigio e gli occhiali da sole da divo. «Amo tantissimo i Doors e il suo leader. E sia chiaro, mi ha ispirato una grande voglia di fare, non di farmi! Una propulsione a scrivere, a stare costantemente in moto, avere energia. È una stella. Un grande fuoco, un grande motore. È contagioso».

«Quando da piccolo vidi il film di Stone, uscii dalla proiezione con 5 canzoni nuove. Era ossessionato dal fare, vivere fino in fondo, per questo ha vissuto poco. Ventisette anni, così pochi: tale intelligenza la si vorrebbe spalmare su una vita più lunga. Tenco, Joplin, Morrison, tutti 27 anni, come fosse un limite invalicabile. Persone che hanno prodotto tantissimo materiale e ancora oggi siamo qui a parlare di loro! Un concentrato che la gente normale spende in 60 anni. Si sono bruciati prima. Morrison è un modello di espressione, anche educativo: la sua gentilezza mi tocca, c'è nel documentario un'immagine nuova quando a Miami i poliziotti invadono il palco. Ci si immagina la rissa con Morrison aizzatore: invece lui ha reagito intervistando il poliziotto sul palco. Come se avesse una sua ingenuità che lo guidava, un'incapacità di violenza».

Gentilezza che si intuisce anche nelle scelte di DiCillo, prima di tutto emotive e poi artistiche. Anche per raccontare il genio e il ragazzo sensibile e audace. «Un violento? Un bad boy? Tutt'altro. È una lettura sbagliata. Era un uomo buono con qualcosa di cristologico, un martire ingiustamente crocifisso, lui che aveva pensieri buoni per l'umanità. Era un simbolista e l'hanno preso come volgarotto esibitore del proprio sesso. Come se di Morgan ci si ricordasse solo l'intervista a Max». Quella famosa sul consumo di droga, che costó al cantautore Sanremo e molte polemiche. E non si tira indietro su questo tema, é franco come sempre.

«Vorrei pensare che l'uso di droghe non abbia influenzato la sua espressività, ma non posso dirlo con certezza. Di sicuro l'alcol l'ha sfiancato, quella é la droga più pesante di tutte, l'assuefazione alcolica crea più dipendenza dell'eroina. E così con queste dichiarazioni - scherza - manco X factor su Sky farò! Se mi dite che non vi drogate con una bottiglia di birra in mano fate la figura dei coglioni. Davanti a me». Ricorda che Morrison era grande perché «le sue parole erano bombe, pensate a The End. Tutti i casini che ha fatto quel gruppo li ha fatti con le parole, ed era lui a curarle. Un maestro«.

Ecco perché questo film è un gioiello: perché non é moralista ne assolutorio, vuole indagare quello che c'é dietro l'icona, il talento fertile dietro le provocazioni, la voglia di musica al di là della fama. È dolce questo documentario ma anche lucido, chiude i conti con il passato e con quel cinema che a loro ha dato molto - sono stati ispirati dalla Settima Arte, e come dimostra Francis Ford Coppola, l'hanno ispirata - ma, a sentire i componenti del gruppo rimasti, ha, con Oliver Stone, tolto molto. È anche un tributo creativo e sentimentale: gli amici e sodali lo salutano, con l'amore che forse non hanno fatto in tempo a dimostrargli. E in questo, ironia del destino, si affianca a un altro bellissimo documentario musicale, Michel Petrucciani- body and soul, di Michael Radford. Profondmente diverso eppure gemello. Ed esce in sala anch'esso questa settimana.

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