Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 17:44.

My24

Infrastrutture antiche che si innestano nell'urbanistica moderna di Roma, monumenti a cielo aperto che un tempo adempivano a una funzione civile. Gli acquedotti romani sono "stati per così dire assorbiti dalla città, che li vede ormai come semplici ornamenti di una periferia informe e intrinsecamente provvisoria", scrive Franco Purini, curatore insieme a Bruna Marchini e Alberto Becchetti, della mostra Acquedotti romani, allestita fino al 6 novembre nello spazio Cinecittàdue Arte Contemporanea, al quarto piano dell'omonimo centro commerciale.

"Una location scelta non a caso - ci racconta Purini – per mettere a confronto due realtà che si voltano le spalle. Era curioso parlare di acquedotti nel tempio della modernità", dove 32 artisti tra architetti, fotografi, scrittori, pittori e poeti ne danno una loro interpretazione.

Nel Settecento le incisioni di Giovanni Battista Piranesi hanno sdoganato l'acquedotto come architettura antica in relazione al paesaggio, la sua funzione di raccoglitore d'acqua cede al ruolo di arredo urbano e infine diventa parte integrante di un territorio, ce lo conferma Pier Paolo Pasolini con i suoi film «Uccellacci e uccellini» e «Mamma Roma». Si sente l'eco del poeta e regista romano osservando la videoproiezione di Andrea Aquilani, le fotografie di Sandro Becchetti e di Gabriele Basilico che ci mostra "gli altari d'acqua", così li definisce la poetessa Antonella Anedda, nella sua essenza, a differenza di Alessandro Mendini che elabora digitalmente un acquedotto "pop", completamente spogliato dell'antichità.

Mimmo Paladino e Alessandro Anselmi ci portano nella dimensione futurista, mentre Gianfranco Toso e Ilaria Giannetti in quella astratta. Passato, presente e futuro dialogano in questo continuo gioco di parole, istantanee, segni a matita, china e acquerelli. Tra gli artisti c'è anche Santiago Calatrava, ecco i suoi disegni colorati di ruderi in tufo che si perdono nella radura, quasi rappresentassero un ponte temporale.

L'acqua ora, e non la struttura architettonica riproposta anche da Paolo Canevari con una serie di copertoni tagliati a metà e posizionati sul pavimento della sala, è protagonista dei sei acquerelli, non finalizzati all'esposizione, di Alfredo Pirri, che "riflettono sul fluire dell'acqua, una sorta di sperimentazione reale e non realistica", ci dice l'artista. Alla fine del percorso, reso ancor più piacevole dalla musica appositamente composta da Giorgio Battistelli, incontriamo la scultura di Ascanio Renda, un mosaico su resina che riproduce gocce di pioggia

Acquedotti romani
Dal 7 luglio al 6 novembre
Cinecittàdue Arte Contemporanea, Roma
Ingresso libero
Info: 06 – 7220910; e-mail:direzione@cinecittadue.com

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi