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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2011 alle ore 22:57.

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Elizabeth Taylor, 1948 by Clarence Sinclair Bull © John Kobal Foundation, 2011Elizabeth Taylor, 1948 by Clarence Sinclair Bull © John Kobal Foundation, 2011

LONDRA - Più stelle che in cielo: così recitava lo slogan della Metro Goldwyn Mayer, vantandosi dei suoi celebri attori e delle sue affascinanti attrici. Potrebbe essere anche lo slogan di una nuova mostra alla National Portrait Gallery di Londra, che ripercorre quarant'anni di Hollywood attraverso i ritratti dei suoi protagonisti.

"Il fascino degli Dei" è una straordinaria carrellata di fotografie che parte dal film muto degli anni Venti con Mary Pickford e Lillian Gish, passando da Carole Lombard e Gloria Swanson, proseguendo con Joan Crawford e Katherine Hepburn, Vivien Leigh e Elizabeth Taylor, per finire negli anni Cinquanta con Ava Gardner, Grace Kelly e naturalmente Marilyn Monroe. Protagonisti anche gli uomini: da Buster Keaton a Gary Cooper, da Cary Grant a William Holden, da Humphrey Bogart a Orson Welles, da Ronald Regan a Rock Hudson.

Molti dei ritratti sono istantaneamente riconoscibili: sono le foto che hanno reso famosa le stelle, trasformando un aspirante attore o attrice in un'icona senza tempo. C'è Louise Brooks vestita di nero con la celebre lunga collana di perle, c'e' Johnny Weissmuller (s)vestito da Tarzan, c'è James Cagney con l'espressione truce da ‘angelo con la faccia sporca', c'è Charlie Chaplin vestito da vagabondo che tiene per mano ‘the kid', c'è Vivien Leigh con l'espressione intensa di Rossella O'Hara, c'è Marilyn Monroe nuda su un drappo rosso, c'è James Dean con il coltello in mano nella celebre scena di Ribelle senza una causa, c'è Marlon Brando con la maglietta bianca e l'espressione imbronciata di Un tram chiamato desiderio.

Sono foto dell'epoca d'oro di Hollywood, quando le stelle del cinema avevano ancora un'aura di mistero e lo status di semidei al di sopra dei comuni mortali. Prima dell'avvento dei paparazzi invadenti e onnipresenti, gli studios esercitavano un controllo rigidissimo sull'immagine degli attori e attrici, approvando ogni foto ufficiale che veniva distribuita a spettatori e appassionati. Le foto venivano studiate e poi ritoccate per mantenere l'illusione della perfezione, come dimostrano le immagini ‘prima e dopo' in mostra. Le foto provengono tutte dall'archivio di negativi originali dell'epoca di John Kobal, il primo collezionista a comprendere l'importanza della fotografia nel diffondere e perpetuare il mito del cinema e delle sue stelle. Allora era Hollywood, il mondo dei sogni. Oggi si chiamerebbe marketing.

Glamour of the Gods: Hollywood Portraits
National Portrait Gallery, Londra
7 luglio – 23 ottobre 2011
www.npg.org.uk/glamour

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